L’Abruzzo chiede lo stato di emergenza: zone isolate, senza luce e riscaldamento
19 Gennaio 2017
Il terremoto e le forti nevicate hanno colpito in modo drammatico l’Abruzzo, con i morti e dispersi dell’Hotel Rigopiano, sepolto da una slavina di neve. Sul caso, indaga la procura di Pescara. Ma è tutta la regione a vivere una situazione critica, nel pescarese come nell’aquilano e nel teramano, con tante comunità e persone che non riescono neanche a comunicare facilmente con l’esterno.
In Abruzzo è arrivato il viceministro degli interni e la protezione civile in queste ore fa un punto della situazione, ma la domanda è se il combinato disposto tra maltempo e terremoto, che ha tagliato le vie di comunicazione, possa aver provocato altri crolli o vittime di cui ancora non siamo a conoscenza, mentre si continua a cercare gli eventuali sopravvissuti dell’albergo distrutto. Nei paesini fantasma si vedono all’opera gruppi di soccorritori, come a Montereale, in provincia dell’Aquila, a metà strada tra Amatrice e il Gran Sasso, dove i negozi sono rimasti chiusi; nella zona il traffico è bloccato e si guarda con timore al rischio slavine.
Nella provincia di Pescara l’attenzione si concentra sulle operazioni di soccorso a Farindola, la località dov’è avvenuta la tragedia dell’Hotel Rigopiano. Ma l’obiettivo è in generale quello di raggiungere le zone isolate; si tengono sotto controllo i fiumi, per prevenire eventuali esondazioni, e anche le dighe della regione. “In tutto l’Abruzzo stiamo vivendo una situazione davvero difficile,” dice all’Occidentale il consigliere Regionale Mauro Di Dalmazio, parlando della situazione nel teramano, “ci sono zone isolate dalla neve, senza luce, senza riscaldamento, una situazione aggravata dalle ripetute e forti scosse di terremoto. Servono più mezzi attrezzati per i soccorsi, più turbine per riaprire le strade, mezzi del genio militare in grado di passare dove ci sono fino a due metri di neve”.
Oggi pomeriggio la giunta regionale abruzzese, riunita in seduta straordinaria, ha deliberato di chiedere alla Presidenza del consiglio dei ministri la dichiarazione dello Stato di emergenza nazionale per le aree dell’Abruzzo colpite dall’eccezionale ondata di maltempo che ha investito la Regione dallo scorso 4 gennaio. La cosa inaccettabile è che in luoghi come l’Abruzzo, già colpito dai terremoti, e dove si sapeva che l’inverno sarebbe arrivato – e lo ha fatto nel peggiore dei modi, colpendo duramente anche l’economia – ci siano ancora cittadini che vengono abbandonati a se stessi ormai da più di due giorni.