L’Abruzzo per il Pdl è come lo “hobbit” di Tolkien
23 Gennaio 2013
Sappiamo tutti chi erano gli hobbit, i protagonisti saldi e operosi della saga fantasy di Tolkien. Raccolti in un piccola comunità, gli Hobbit resistono alla drammatica crisi che avvolge il mondo in cui vivono e cercano di sfruttare il loro carattere pacifico e industrioso per salvare la loro travagliata società dal declino. Ebbene, oggi per il Pdl nazionale l’Abruzzo è un po’ come gli hobbit di Tolkien. Stiamo parlando di una delle più piccole regioni italiane, che negli ultimi cinquant’anni è cresciuta economicamente, si è dotata di una robusta rete infrastrutturale, conserva uno dei patrimoni ambientali più belli d’Italia (tanti i parchi nazionali) e che negli ultimi tempi ha puntato con intelligenza su un modello di sviluppo che incrocia i bisogni e i saperi del territorio con l’innovazione tecnologica e una rete industriale diffusa.
Certo il terribile terremoto che colpì queste terre nel 2009 si è lasciato dietro tanti morti e problemi da risolvere ma è opinione di molti che da quel momento la classe dirigente locale del Pdl, con i suoi rappresentanti nelle città e in Regione, con l’aiuto dei parlamentari a Roma, sia riuscita a interpretare la spinta di ripresa che veniva dagli abruzzesi, un popolo – ripensando agli hobbit – forte e pieno di speranza. Ora però, leggendo Tolkien, sappiamo anche un’altra cosa: gli hobbit sono una razza un po’ suscettibile, orgogliosa, spesso incline a dividersi sulla base di antichi dissapori e gelosie, e così, proseguendo nel nostro parallelo, dopo la scelta delle liste che porteranno deputati e senatori in Parlamento, la squadra del Pdl abruzzese sembra essere precipitata in un vortice di scontento e ripicche, rischiando, secondo i titoloni dei giornali, di disintegrarsi se non a questo giro elettorale alle prossime regionali.
Per il Pdl Abruzzese sarebbero ore “drammatiche”. Tolte le virgolette, meglio dire uno sbandamento fisiologico dovuto alla composizione delle liste elettorali. Ma gli hobbit tra le altre qualità hanno una grande risorsa che ha sempre preservato la Contea dalle divisioni interne e dalle minacce provenienti dall’esterno. L’arte della diplomazia. Passateci ancora una volta il paragone sacrilego con la letteratura, ma in Abruzzo il partito guidato da Silvio Berlusconi può ancora valorizzare, anche in chiave elettorale, l’esperienza e la competanza di una "Compagnia dell’Anello" che ha saputo fronteggiare la crisi.