l’Abruzzo pronto a difendere i risultatii raggiunti sulla riduzione del debito
25 Giugno 2012
Scoppia il “caso” Abruzzo. E non c’è nessun scandalo in vista. Più “banalmente” si tratta di un caso virtuoso. Quale? Una questione di numeri, che stavolta parlano chiaro. “Grazie a una buona amministrazione siamo riusciti a fare quello in cui, purtroppo, Monti finora ha fallito”: non usa mezzi termini il governatore abruzzese, Gianni Chiodi, che si prepara così all’incontro, atteso, di domani con il presidente del Consiglio Mario Monti.
Certo Chiodi non sarà da solo, ma in buona compagnia di tutti i governatori delle regioni. L’appuntamento è a Palazzo Chigi e si tratta in realtà di un incontro che si è reso necessario per mettere in qualche modo la pezza, da parte del governo, dopo che la Conferenza delle Regioni del 21 giugno scorso aveva disertato l’incontro previsto con il governo per l’assenza dall’ordine del giorno, e non è la prima volta, della firma del riparto del Fondo sanitario nazionale 2012.
E la posizione che il presidente Chiodi difenderà a Roma è ormai nota: rivendicherà i meriti della sua azione di governo ed evidenzierà come la sua giunta abbia varato misure severe per il rientro del debito sanitario. E come, soprattutto, oggi la regione sia pronta a cambiare passo: “possiamo tagliare le tasse agli abruzzesi dopo la riduzione del debito. Esattamente il contrario di quanto ha fatto fino ad oggi il Governo Monti – ha sottolineato Chiodi – visto che l’Italia ha segnato il massimo livello storico per pressione fiscale e per debito pubblico. L’ Abruzzo, invece,non ha contratto nessun nuovo debito e la spesa pubblica è stata tagliata di 1/3”.
Cose che è comunque bene ribadire e che sono state al centro, qualche giorno fa, di un interessante confronto pubblico che si è svolto a Lanciano. Faccia a faccia il presidente Chiodi e il direttore del quotidiano il Tempo, Mario Sechi. Sono stati approfondire alcuni aspetti dell’attività posta in essere dall’amministrazione regionale sul pareggio di bilancio nella sanità, sul taglio dei costi della politica, sulla riduzione del debito. E se il direttore Sechi ha condotto un’interessante analisi sullo scenario globale e quindi, sulla crisi economica interna e internazionale sottolineando l’efficacia del risanamento portato avanti dalla Regione Abruzzo in questi tre anni;. Chiodi, invece, ha illustrato il percorso di risanamento seguito evidenziando come l’Abruzzo, nel 2007, fosse la Grecia d’Italia e come oggi consegni un Abruzzo che ha ridotto l’indebitamento di circa il 14 % pari a 800 milioni di euro ed è tra le sole cinque Regioni in Italia ad aver registrato un avanzo di bilancio con Lombardia, Veneto, Umbria e Marche e presenta un bilancio in equilibrio.
“Il 6 marzo del 2007 l’Abruzzo è tecnicamente fallito. Noi abbiamo ereditato un debito di 4 miliardi di euro e siamo orgogliosi di poter essere ricordati come la prima classe dirigente che lascerà un debito inferiore rispetto a quello che ha trovato. Oggi l’Abruzzo non è più la regione con la più alta tassazione – ha commentato Chiodi – ha un bilancio in equilibrio e solo sei regioni in Italia hanno tasse più basse. Ha tagliato sprechi e privilegi, passando da regione indebitata, o meglio regione canaglia, a regione virtuosa fino a diventare più forte e più credibile”.
Se questo è l’antefatto della riunione di domani, c’è da giurare che il presidente Chiodi darà del filo da torcere al Governo nazionale. Ma con lui anche gli altri governatori, i quali hanno già annunciato che non si tratterà di “un incontro per discutere ma per avere risposte definitive” Assieme al riparto del Fondo Sanitario nazionale 2012, in discussione ci saranno il finanziamento del trasporto pubblico locale e il coinvolgimento delle Regioni in riforme e riassetti istituzionali. Temi altrettanto essenziali. Firmare il riparto è essenziale, spiegano infatti i presidenti, “per i bilanci regionali e per l’erogazione di servizi fondamentali per i cittadini. Condizione imprescindibile anche per il rinnovo del Patto per la salute 2013-15 e più in generale per mantenere la sostenibilità del sistema”.
C’è il timore fondato che il ritardo del governo possa avere in qualche modo a che fare con il lavoro che il supercommissario Enrico Bondi sta facendo sulla spending review. Il decreto dovrebbe essere pronto per gli inizi di luglio e dovrebbe prevedere un taglio di 5 miliardi ai costi della pubblica amministrazione. Di questi 1,5 miliardi dovrebbero venire dal taglio degli acquisti delle Asl e dall’anticipazione dell’introduzione dei costi standard. Per l’Abruzzo questo provvedimento potrebbe tradursi in minori entrate per 35 milioni di euro circa.
Un taglio che non dovrebbe compromettere il raggiungimento dell’equilibrio di bilancio anche nel 2012, ma che rischia di mettere in difficoltà la struttura commissariale della sanità abruzzese, alle prese con la rincorsa ai Lea ottimali, i livelli essenziali di assistenza (un rapporto tra costi, qualità e distribuzione di risorse tra medicina ospedaliera e di territorio) che sono l’unico vero ostacolo all’uscita dal piano di rientro.
Un’altra questione aperta è quella del ticket di 10 euro sulle ricetta mediche. “Soldi che vanno allo Stato e non alla Regione” ha precisato con forza Chiodi. Su questo prelievo le Regioni hanno aperto un contenzioso con il governo. E il perché lo spiega Chiodi: “Non solo la quota fissa non finisce nelle casse regionali ma ci siamo resi autori di un’iniziativa politica che riteniamo giusta ed equa per porre rimedio ad una vistosa lacuna introdotta da una norma dello Stato”.