L’Abruzzo punta sul “Diritto al futuro” dei giovani

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L’Abruzzo punta sul “Diritto al futuro” dei giovani

31 Marzo 2011

Lavoro. E ancora lavoro. E nuove opportunità. In una parola futuro. Per i giovani e per le donne. E’ questa la scommessa che l’assessore regionale al Lavoro e alle Politiche Sociali, Paolo Gatti, ha lanciato ieri davanti ad una sala gremita. L’occasione era il convegno dal significativo titolo “Diritto al futuro” organizzato nella sala polifunzionale della provincia di Teramo. Affianco a Paolo Gatti, il consigliere regionale delle Marche, Francesco Acquaroli e, in audioconferenza, il ministro per la Gioventù Giorgia Meloni, trattenuta nella capitale da importanti impegni parlamentari. In platea molti esponenti politici: il presidente della Provincia di Teramo Valter Catarra, il sindaco di Teramo Maurizio Brucchi, gli assessori regionale, Mauro di Dalmazio e Federica Carpineta, i consiglieri regionali Federica Chiavaroli. Ed Emiliano Di Matteo Ma sono stati soprattutto i giovani, numerosissimi, i protagonisti dell’incontro. E a loro Gatti ha consegnato un messaggio di fiducia perché un bando da 12 milioni è pronto per essere approvato (oggi stesso) dalla Regione per la creazione di 200 nuove imprese, giovanili e femminili. E non è tutto, perché i finanziamenti saranno a fondo perduto al 50%, “una grande opportunità – sottolinea però l’assessore” – per chi avrà voglia e capacità di creare impresa”.

Positive e incoraggianti anche le parole del ministro Meloni: “Abbiamo ereditato una situazione drammatica – ha affermato – ma siamo bene intenzionati a far ripartire il sistema Italia, invertendo una tendenza che mortifica iniziative e talenti”. E dopo aver ricordato gli impegni e le attività avviate dal governo per offrire sostegno ai giovani ha assunto l’impegno di tornare al più presto nella città teramana a cui la lega un rapporto di affetto e stima reciproci. La parola è passata così a Gatti ed a Acquaroli e il convegno ha seguito la linea tracciata da un dialogo ideale con i giovani, che, attraverso lo strumento della pagina Facebook, hanno consegnato una serie di interrogativi che sono stati la linea portante del Convegno. E i temi non potevano che essere quelli che oggi più stanno a cuore alle giovani generazioni e alla classe politica: il precariato, il “contenzioso generazionale”, la riforma universitaria ma anche il federalismo fiscale e l’esigenza di un rinnovamento della classe politica. Ad irrompere come primo argomento non poteva che essere la crisi economica e quindi occupazionale, che pende come una scure sulle teste dei giovani.

“Un’emergenza – conferma l’assessore Gatti – verso la quale ci ha richiamati anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano – e che rappresenta per noi politici il presupposto di partenza. In Abruzzo abbiamo cercato mettere in campo azioni concrete, abbiamo finanziato un progetto con 6 milioni di euro per agevolare i tirocini formativi e il ricorso all’apprendistato da parte delle aziende: un’opportunità per circa mille ragazzi abruzzesi. Senza contare i 12 milioni di euro del progetto “Fare Impresa”, già ricordato. Puntiamo sui giovani e sulla loro voglia di mettere in campo idee. Sappiamo che esiste il problema del precariato, ma credo che una simile emergenza debba essere affrontata fissando le priorità”. Ha un’idea coraggiosa sul questo punto, Gatti, che guarda alla realtà e non ai facili proclami, perché se si fanno promesse a tutti, non si risponde a nessuno. “La società è cambiata – dice -, oggi il lavoro si può perdere improvvisamente anche a 50 anni, per questo bisogna avere la lucidità di compiere delle scelte”. E per Gatti al primo posto c’è chi una possibilità non l’ha mai avuta. Prima loro, poi i precari che comunque “un’opportunità l’hanno avuta anche se poi, e non per loro colpa, non sono riusciti a trasformarla”.

Sulla stessa linea anche il consigliere marchigiano Acquaroli che ha sottolineato l’incapacità della vecchia politica di dare risposte adeguate ai problemi occupazionali. “Nelle Marche, per esempio – spiega – si è condotta una politica miope che ha sacrificato le piccole e medie aziende a vantaggio dei grandi gruppi. Un atteggiamento da cambiare, riportando al centro la cultura del fare rappresentata dalle imprese locali”.

E ancora il grande tema del contenzioso generazionale. La convinzione che per i giovani di oggi ci saranno meno opportunità rispetto a quelle avute dai propri genitori preoccupa e mortifica. Ma è un’operazione verità, come la definisce Gatti, da svelare e quindi affrontare, senza mistificazioni. Come anche il dibattuto federalismo, che se ben applicato e interpretato, sottolinea ancora Gatti, “rappresenta una vera rivoluzione per il Paese perché significa amministratori locali più responsabili e quindi consapevoli. E ancora, significa scelte condivise con i cittadini”. E qui il discorso scivola sulla “rottamazione” e sulla necessità che i vecchi politici facciamo spazio alle nuove leve, almeno secondo quanto teorizzato dal sindaco di Firenze, Matteo Renzi. Un discorso che stuzzica anche l’assessore Gatti, nella misura in cui si traduce nel “coraggio di innovare e di avviare percorsi di cambiamento vero”, cosa in cui però il Centrosinistra non sta dando buona prova. Il Centrodestra, invece, ci sta provando, la riforma universitaria ne è un esempio: “poteva essere ancora più incisiva – ha sottolineato Gatti –ma ha avuto comunque il coraggio di porre al centro la grande questione del merito”. Un discorso che deve valere per tutti, anche e soprattutto per i politici. Lo sa bene Gatti, che chiudendo l’incontro sottolinea la necessità “di rendere il conto ai cittadini di come si opera, al di là delle competizioni elettorali”.

Tracciando un bilancio dei due anni di governo e seppure con una doverosa premessa – “le cose più importanti sono sempre quelle ancora da fare” – l’assessore regionale si è detto soddisfatto dei risultati raggiunti, soprattutto in considerazione della difficile situazione dell’Abruzzo, al quale “servirà ancora tempo per tornare alla normalità”. Ma l’impegno a dare riposte c’è stato e le fondamenta per rimettere un piedi una regione nuova sono state piantate. “Dobbiamo proseguire su questa strada- conclude Gatti – quella delle idee, dei progetti e della concretezza. Ci sono opportunità da cogliere e da condividere. Noi ci stiamo provando, ma anche dall’altra parte ci aspettiamo qualcosa: abbiamo bisogno di una comunità che ci sostenga e che faccia il tifo per noi”.