L’Abruzzo riparte ma deve ancora fare i conti con la disoccupazione

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L’Abruzzo riparte ma deve ancora fare i conti con la disoccupazione

17 Giugno 2011

di V. S.

Anche se a macchia di leopardo, anche se con luci e ombre, soprattutto sul fronte dell’occupazione giovanile, la ripresa c’è. Dopo una lunga convalescenza , l’Abruzzo ha rinforzato i muscoli e oggi si rialza. Domani, c’è da scommetterci, ricomincerà anche a correre.

Le prime a scaldare i muscoli sono le grandi aziende e i settori tecnologicamente più avanzati. Meno permeabili, rispetto alle piccole realtà, ai fluidi della crisi economica generale. Non va tutto bene, sarebbe mistificatorio affermare il contrario, ma Bankitalia alza il pollice davanti ai dati dell’economia regionale. E non è cosa da poco. “Complessivamente l’economia regionale ha mostrato segnali di ripresa – sono state le parole del direttore della filiale dell’Aquila della Banca d’Italia, Luigi Bettoni, presentando il Rapporto sull’economia abruzzese 2010”.

Grandi imprese, dunque, e soprattutto esportazioni a fare da traino. Su questo fronte, bene il 2010, ma bene anche l’inizio del 2011, con un crescita dell’export nel primo trimestre pari al 21,9 per cento, meglio di regioni come la Lombardia e il Piemonte. Una notizia per tutte: il gruppo De Cecco, eccellenza abruzzese nella produzione di pasta, proprio in questi giorni ha ufficializzato lo sbarco in Russia, ulteriore tappa di una importante strategia di espansione sui mercati esteri.

Soddisfatto il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi. Soprattutto perché prima della Banca d’Italia era stato l’istituto Tagliacarte a spezzare una lancia in favore della sua politica di rigore, a volte giudicata eccessiva. A far sperare era stato il Pil, dato in crescita del 2,3 per cento. “Un valore – ha sottolineato Chiodi – registrato in Abruzzo solo 4 volte in 15 anni e tanto più significativo perché sviluppato in tempi di ristrettezze economiche e non di spesa pubblica incontrollata”

Quel che conta, dunque, è che seppur ancora insufficiente, una ripresa c’è stata ed è oggettiva. Lo ribadisce anche l’assessore regionale alle Attività produttive, Alfredo Castiglione: Adesso è fondamentale che il vento buono continui a soffiare “e dispieghi i suoi effetti anche in altri settori”. Non solo l’export, insomma. “E’ ovvio che le piccole e medie imprese abbiano registrato una crescita più modesta – continua infatti l’assessore – rispetto a quelle di grandi dimensioni ma il dato importante è che la capacità innovativa delle imprese, strettamente collegata ai risultati, è aumentata in misura considerevole ed è questo il valore che poi fa la differenza". “L’export non dipende dalle politiche pubbliche – aggiunge Chiodi – ma dalle tipologie di attività economiche. Ci sono settori considerati maturi che non hanno più la forza per reggere il passo della concorrenza internazionale”. Un monito, perciò, a pensare all’innovazione e all’internazionalizzazione, indispensabili per competere.

Tanti segni più dagli indicatori, ma qualche meno resta va affrontato. A destare non poche preoccupazioni e l’occupazione giovanile. Il 29,5 è la percentuali di disoccupati registrata lo scorso anno. Nel 2008 si era fermata invece al 20 per cento. E si tratta di ragazzi tra i 15 e 24 anni. E questo purtroppo il retaggio più pesante della crisi economica.

Nei prossimi giorni, comunque, è già fissato un incontro con il governo nazionale per parlare del Patto per lo Sviluppo, un nodello messo a punto dalla regione per gestire il proprio rilancio economico. “E’ la prima esperienza al livello nazionale – spiega il presidente della Regione – e c’è grande aspettativa. Per questo è importante anche la partecipazione dell’opposizione, specie del Pd. Mi piacerebbe che fosse presente in quell’occasione, visto che sul tavolo non ci saranno gli interessi di questa o quella parte politica. Ma ci saranno gli interessi dell’Abruzzo e degli abruzzesi”.