L’aggressione di Pordenone e qualche dubbio sulle ronde
13 Marzo 2009
di redazione
La vicenda del ragazzo gay picchiato selvaggiamente a Pordenone da tre mascalzoni italiani che quella sera "si annoiavano" è sconvolgente per molti motivi. Per la vittima, che già aveva subito un’aggressione anni prima e aveva subito danni permanenti; e per i carnefici: pericolosi balordi senza cervello che avvelenano la vita civile. Ma fa riflettere anche sulla famigerate questione delle ronde.
Il collegamente deriva dal fatto che durante l’aggressione dello sventurato ragazzo c’erano molti testimoni, ma nessuno è intervenuto in suo soccorso: i molti bravi cittadini presenti hanno voltato le spalle e si sono fatti gli affari loro.
Il fenomeno non è nuovo, anche se, ambientata in una piccola città come Pordenone fa molto più effetto che non in una grande metropoli. Quello che però colpisce è la mancata reazione dei presenti. Viene da chiedersi se i cittadini che hanno preferito voltarsi dall’altra parte sono gli stessi che magari si direbbero pronti a "fare le ronde", ad occuparsi in prima persona della sicurezza della loro comunità, a "dare una mano" alle autorità e alla polizia.
Questo giornale non ha avuto un atteggiamento preconcetto sull’istituzione delle ronde civiche per la sicurezza, non abbiamo gridato allo scandalo, ai rischi della "giustizia fai da te", alla "deriva" violenta di cui parlava anche Pierluigi Battista sul Corriere. Abbiamo preferito credere che se esiste una spirito civico, una voglia di partecipare al bene comune, un istinto liberale a non delegare tutto allo Stato, tutto questo poteva essere incoraggiato e organizzato anche con quella brutta semplificazione semantica delle ronde.
Però, però…se le cronache nere di questi giorni ci raccontano quanto sia facile che scatti il linciaggio per il romeno ubriaco che investe il passante, o quanto sia frequente la spedizione punitiva per l’immigrato o il nero di turno, mentre l’aggressione per un giovane gay, o il branco di bulli locali che maltratta una ragazza lasciano i testimoni indifferenti, allora qualche dubbio sulle ronde diventa legittimo.
Insomma affinchè questo tipo di iniziative sia utile occorre uno sano spirito di giustizia, un animo indenne da rabbia e risentimento e una buona dose di coraggio personale. Altrimenti le ronde rischiano di diventare l’0ccasione per i pavidi e gli arrabbiati di farsi loro stessi branco e assaporare insieme il gusto della vendetta.