Laici e cattolici? Sul Family day non esistono divisioni
26 Aprile 2007
di redazione
Si è svolto oggi, presso la sede della Fondazione Magna Carta, l’incontro tra i portavoce delle Associazioni cattoliche che hanno organizzato il “Family day” e alcuni rappresentanti del “Comitato laico in favore della famiglia”, che riunisce esponenti del mondo della cultura, della politica e della società civile di ogni credo religioso. In una riunione a porte chiuse alla presenza di Savino Pezzotta ed Eugenia Roccella, in rappresentanza delle Associazioni Cattoliche, Souad Sbai (Presidente Associazione comunità marocchina delle donne in Italia), Gaetano Quagliariello (FI), Paolo Amato (FI) e Giorgio Israel (Università di Roma la Sapienza) per il Comitato laico, sono stati messi a confronto i due Appelli in favore della famiglia tradizionale, quello delle Associazioni cattoliche e quello del Comitato laico. I partecipanti hanno rintracciando una linea di totale convergenza sui principi, sottoscrivendo una dichiarazione comune d’intenti in previsione della manifestazione del 12 maggio in piazza San Giovanni a Roma.
“Basta alle strumentalizzazioni politiche che tendono a rappresentare la partecipazione al Family day come un elemento di divisione tra laici e cattolici” ha sostenuto Savino Pezzotta. “La partecipazione sarà invece discriminante nei confronti dei politici. Prenderemo nota dei politici che parteciperanno alla nostra iniziativa e li inchioderemo alle loro responsabilità. Chi manifesta in piazza non può votare i Dico”.
“Al Family day – ha affermato Gaetano Quagliariello – ci saranno i laici, credenti e non credenti, che si battono per difendere l’istituto tradizionale della famiglia, ci saranno i politici che si schierano contro i Dico, ci saranno le associazioni delle donne musulmane, che temono una deriva della legislazione sulle coppie di fatto che lentamente porta a consentire la poligamia, ci saranno i single e i divorziati, e ci saranno, naturalmente tante famiglie tradizionali”.
“Il pericolo di una deriva sociale del nostro paese non viene soltanto dai Dico” – ci tiene a sottolineare Eugenia Roccella al termine dell’incontro. “Esiste il fondato timore che anche soluzioni alternative a quella dei Dico possano essere cariche dello stesso elemento di rischio. Per questo, nel corso dell’incontro sono state prese in considerazione soluzioni alternative ai Dico, che tutelino le libertà della persona senza per questo sfociare nel riconoscimento di forme sostitutive rispetto alla famiglia tradizionale, né per via pubblica né attraverso l’accordo tra privati. E su questi temi sia le Associazioni cattoliche sia il Comitato laico lavoreranno insieme”. (c.v.)