L’Airbus dell’Air France non aveva problemi, torna l’incubo terrorismo

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L’Airbus dell’Air France non aveva problemi, torna l’incubo terrorismo

03 Giugno 2009

"Non vi sono elementi che inducano a pensare che l’aereo avesse problemi prima della partenza da Rio". A dichiararlo, durante la conferenza stampa tenuta oggi a Parigi, è stato Paul-Louis Arslanian, il capo della BEA, "Bureau d’enquetes et d’analyses" incaricato di indagare sul disastro aereo del volo AF 447.

Il direttore della BEA conferma che la possibilità di recuperare le scatole nere dell’Airbus A330, scomparso lunedì scorso in volo da Rio de Janeiro a Parigi sono sempre più ridotte. Secondo Arslanian le scatole nere dell’A330 si trovano probabilmente un un luogo "profondo e montagnoso" nell’Oceano Atlantico. Lo stesso Arslanian ha poi riferito che al momento "non abbiamo neanche ancora l’ora esatta dell’incidente" di lunedì.

Nelle "scatole nere" si troverebbero quindi nascoste le vere ragioni della tragedia. Nel frattempo sono al vaglio le scatole nere di terra, quelle custodite nella base operativa di Air France a Parigi. Oltre ai segnali di avaria all’impianto elettrico, intorno alle 4.15 (ora italiana), il "cervello" del jet avrebbe trasmesso "dati anomali del variometro".

Stando ai dati registrati dall’Acars (il sistema che monitora i parametri inviati automaticamente dagli aerei in volo), l’Airbus 330 sarebbe stato in balia di variazioni di quota incredibili e avrebbe subito una forte depressurizzazione. In altre parole, si sarebbero verificati sbalzi di quota fortissimi registrati dall’indicatore della velocità verticale. Ma non solo perché i primi dati hanno confermato l’esistenza di seri problemi all’impianto di pressurizzazione: il sistema che permette di mantenere dentro la cabina dell’aereo, anche a 35.000 piedi e più di quota, un’atmosfera accettabile.

"Può essere successo di tutto a bordo di quel volo", spiega Arturo Radini, ex comandante ed esperto di investigazione aeronautica. "Di sicuro i due indicatori sono compatibili con il fatto che il volo è entrato in un’area di fortissima turbolenza". Primo: "Le variazioni anomale del variometro possono essere state causate da violente variazioni di correnti ascendenti e discendenti, tipiche di quest’area". Secondo: "I problemi di depressurizzazione possono essere stati causati da più fattori: l’avaria al sistema elettrico di cui ha parlato Air France potrebbe aver mandato in tilt anche quello di pressurizzazione; oppure la forte turbolenza potrebbe aver procurato un buco, un cedimento strutturale, la perdita di un portellone, è già successo". Oltre all’ingovernabilità dell’aereo.

D’altra parte, nell’assenza di spiegazioni ragionevoli del silenzio improvviso dei piloti del volo AF447 Rio-Parigi, si fa difficile scartare dal novero delle ipotesi quella di un attentato. Lo stesso ministro della Difesa francese Hervé Morin ha affermato: "Non possiamo escludere un gesto terroristico. D’altronde tutti sanno che questo è il pericolo maggiore per le democrazie occidentali". C’è poi chi conferma la mancanza di controlli di sicurezza in Brasile: "È noto che all’aeroporto di Rio i controlli di sicurezza non sono affatto impeccabili", fa eco un pilota Air France riportato dal sito del Figaro. E non bisogna dimenticare che sul volo AF 447 si trovavano tre piloti, tutti di grande esperienza, e il comandante aveva alle spalle 11mila miglia di volo.

Così, in queste ore, gli 007 francesi dello Sdece stanno attivando a tappeto le loro "fonti" nelle zone calde del mondo, e lo stesso stanno facendo gli altri servizi segreti occidentali. Perché fino a quando elementi concreti non diranno che è stato un incidente, l’ipotesi bomba non potrà essere archiviata.