“L’allarme di Serpelloni è concreto: stop alla vendita di cannabis light”
12 Novembre 2018
La denuncia del professor Giovanni Serpelloni su L’Occidentale sui rischi elevatissimi della legalizzazione della cannabis light trova una sponda politica nelle parole del senatore Carlo Giovanardi. Nella sua Modena Giovanardi è sceso in campo da tempo ad esempio pretendendo maggiori controlli e verifiche da parte della questura su un locale che vendeva cannabis light in pieno centro, bar oggi chiuso per un mese dopo i controlli della polizia, essendo stato trovato principio attivo superiore a quello consentito in 5 su 8 campioni di prodotti analizzati.
“Per legge questi prodotti possono essere venduti esclusivamente per profumare o per collezione mentre le intenzioni dei gestori spesso sono molto diverse, somministrazione di bevande e altro ancora – afferma Giovanardi -. Del resto il professor Serpelloni ha spiegato perfettamente come chi compra la cannabis light può trasformarla a casa con principio attivo arricchito e quindi può fumarsela. Ricordo che, anche se in percentuale ridotta, in questi prodotti c’è sempre il principio attivo, il Thc, che dovrebbe essere venduto solo in farmacia”. Parole che riecheggiano quelle del professor Giovanni Serpelloni il quale aveva spiegato come “per creare effetti psicoattivi sia nell’uomo che nell’animale basti introdurre per via respiratoria 5 milligrammi di Thc, quantità sufficiente a lasciare tracce nel sangue, tanto che chi la assume risulta, per esempio, positivi ai drug test stradali” e come “il Cbd sia una sostanza che negli Usa viene usata per la cura della epilessia resistente dei bambini, registrato come farmaco dalla Fda”.
“Modena è tutto un proliferare di negozi che diffondono la cultura della cannabis come intrattenimento, non certo da collezione – chiude Giovanardi -. È una cosa che preoccupa l’opinione pubblica perché è una specie di scivolo verso la diffusione sempre più grande dei cannabiniodi. È evidente che la funzione è quella di ampliare un mercato”.