“L’amaca” di Serra non fa più ridere

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“L’amaca” di Serra non fa più ridere

14 Ottobre 2011

Una dote riconosciuta a Michele Serra dai tempi di "Cuore" è la capacità di far ridere i (suoi) lettori, con uno stile spesso paradossale e il tratto inconfondibile dell’uomo di satira. Così abbiamo riflettuto a lungo su una delle sue "amache" dei giorni scorsi, cercando fino all’ultimo di capire dove fosse la battuta salace e piena di mordente in quel piccolo spazio che ogni giorno il Nostro si ritaglia nella pagina degli editoriali di Repubblica. Dice Serra di aver partecipato all’ultima manifestazione di "Libertà e Giustizia" e, come San Paolo sulla via di Damasco, è rimasto folgorato da una scoperta formidabile: l’Italia è stata spaccata in due dal berlusconismo, così come lo fu dal fascismo, ma fortunatamente, "cresce il numero di italiani di centrodestra che vedono le loro idee non solo non garantite dall’uomo del bunga bunga, ma da lui danneggiate e offese".

Il tono si fa serio, e Serra affonda la penna contro i giornali del "regimetto" berlusconiano, i servi del padrone che hanno chiuso gli occhi sulla presunta dittatura mediatica del Cav. Ma poi il Nostro si sbilancia e fa un paio di nomi sulle "illustri ma inascoltate avanguardie di un’Italia moderata e liberale (non certo di sinistra) disgustata da Berlusconi, dalla sua demagogia, dai suoi mezzi e dai suoi fini". Il primo è quello di Indro Montanelli, un nome che a Serra conviene tirare per la giacchetta visto che fa sempre il suo porco effetto. L’autore dell’amaca avrebbe potuto ricordare che Montanelli fu sodale e direttore del "Giornale" berlusconiano, prima di rompere con il Cav. al momento della sua discesa in campo. Ma ovviamente la storia d’Italia scritta dai Republicones non è mica quella di Montanelli e Cervi, è piuttosto quella ad uso e consumo dell’antiberlusconismo.

L’altro nome di questa Italia moderata e liberale che Serra indica a modello unico per lo scatto di reni che ridarà lustro internazionale e pace sociale al Paese è, udite udite, Marco Travaglio. Che definirlo di destra o di sinistra, checchè ne dica Serra, è un bel dilemma, visto il populismo senza precise appartenenze ideologiche. Insomma, vorremmo chiedere al bravo Michele, in nome di tanti anni di satira ribalda, quando dici che Travaglio è un moderato stai scherzando, vero?