Lamento di un elettore non-di-sinistra
01 Luglio 2016
di Anonymous
Cari amici dell’Occidentale, sono un elettore di centrodestra, uno qualunque, come tanti. Sono il classico elettore su cui i sondaggisti non ci azzeccano, perché non riescono mai a capire i comportamenti, le logiche, i riflessi dell’italiano non-di-sinistra. La mia paura, però, è che questi comportamenti, riflessi e logiche non li capiscano nello stesso centrodestra.
Per molti anni, dopo che i partiti della prima repubblica sono stati spazzati via, ho votato Berlusconi. Non solo l’ho votato, ma l’ho ringraziato di esistere, dopo aver vissuto l’incubo della gioiosa macchina da guerra di Occhetto. Per qualche tempo, infatti, avevo avuto la terrificante visione di una scheda su cui avremmo trovato lui e solo lui, il vecchio Pci, vestito a nuovo e ringalluzzito dalla scomparsa violenta degli altri partiti. Ed ecco che, come per miracolo, è apparso il Cavaliere, con le sue “convenscion”, la pubblicità televisiva, lo sfondo azzurro e le canzoncine di Forza Italia.
L’abbiamo seguito, sostenuto, difeso. E pure amato. Tanto da sostenere e difendere anche le sue aziende, rifiutandoci persino di eliminare gli spot pubblicitari dai film in tv (ricordate lo slogan “non si interrompe un’emozione”?), perché sapevamo che la sopravvivenza di Mediaset era la condizione della sua libertà di azione politica, e quindi anche della nostra libertà di elettori. Poi gli sforzi per distruggerlo hanno avuto la meglio (lui ci ha messo abbondantemente del suo), e chi lo ha voluto colpire, con tanta ostinazione, non ha avuto scrupoli a colpire anche il paese. Muoia Berlusconi con tutti i filistei: ma i filistei eravamo noi, poveri italiani.
Il Cavaliere ha fatto molti errori, e negli ultimi tempi si è trattato di errori rovinosi: da quando ha abbandonato il governo Letta a quando invece ha inaugurato l’accordo del Nazareno con Renzi, ne ha inanellati parecchi. In quest’ultima fase non l’ho più né capito né seguito; nel frattempo il centrodestra si è spappolato, entrando in una crisi di idee, di leadership, di progetti, che rende forte Renzi, perché lo lascia senza alternative e contrappesi.
Ma chi non è di sinistra, non è mai stato comunista, e crede nella democrazia dell’alternanza, non può sopportare Renzi, e tantomeno votarlo. E’ questo che i sondaggisti, gli opinionisti, ma non solo loro, non capiscono. Per un elettore non-di-sinistra Renzi rappresenta l’ultimo, più moderno, travestimento della sinistra, sempre la stessa: quella delle tasse e della spesa pubblica; quella dell’immigrazione senza controllo; quella delle leggi per mettere fuori dalla galera chi delinque, e abbandonare le vittime; quella delle unioni e delle adozioni gay, dell’eutanasia e dello spinello libero; quella delle regole vessatorie per le imprese, del potere assoluto dello stato nei confronti dei cittadini; insomma, quella di sempre.
E’ inutile che qualcuno ci dica che Renzi è l’erede di Berlusconi, che ha fatto il Jobs Act o la legge sulla responsabilità dei magistrati, gli 80 euro o qualche altra quisquilia; è inutile che lo dica Giuliano Ferrara o lo ripeta Alfano, sarebbe inutile pure se lo affermasse il Cavaliere: l’elettore non-di-sinistra non ci crede per niente, e decide di testa propria.
Per essere chiari: l’elettore non-di-sinistra non vota e non voterà mai Renzi, il Pd e i suoi alleati. Se non ci sono alternative, se ne starà a casa o andrà al mare. Se dovrà scegliere tra Renzi e i Cinque stelle, correrà a votare questi ultimi, anche con la paura di quello che possono combinare, anche senza alcuna fiducia. Preferirà un grillino sconosciuto, che si può rivelare migliore di quello che si pensa, a un renziano conosciuto, preferirà il danno incerto al danno certo.
Perciò vorrei avvertire il Cavaliere e i suoi: se è vero che avete paura dei cinque stelle, se è vero che non li volete, non fate più patti con Renzi, non lo sostenete, non lo aiutate. Perché questo è il miglior modo di spingere i vostri ex elettori a votare Grillo. Il centrodestra cerchi di uscire dal vicolo cieco in cui si è ficcato con le sue gambe: ce la può fare, i suoi elettori sono ancora tutti là, in attesa di capire se c’è speranza. Ma se torna al Nazareno, non farà vincere Renzi, farà vincere Di Battista.