L’America di Obama è donna
12 Novembre 2012
Perfida come al solito è stata Maureen Dowd, la donna che non deve chiedere mai. Dalle colonne del NYT, Maureen ha titolato il suo fondo sulle Presidenziali “Romney is President”, prendendo in giro il candidato repubblicano maschio, bianco, con la gelatina anni cinquanta un po’ cafona sulla chioma, tradito dalle elettrici americane.
Romney poverino si era illuso di vivere ancora in un Paese dove i mariti dicono alle loro mogli "vota antonio" e gli angeli del focolare rispondono consenzienti "sì caro". Al contrario, gli operai dei “battleground states” nel Midwest (decisivo per il voto) hanno ascoltato le rispettive consorti che gli dicevano "Tom molla Romney e vota Obama", il presidente firmatario del “Lilly Ledbetter Fair Pay Act”, la legge che ha unificato i salari tra lavoratori e lavoratrici.
L’America donna, più di metà dell’elettorato, che il GOP annebbiato dai teapartiers credeva erroneamente di riportare indietro ai dibattiti sui bambini frutto di stupro che sono comunque “dono di Dio” (un dono lo sono certamente, ma il rispetto verso le madri che hanno subito violenza e la loro capacità di scelta?), le donne single, in particolare, hanno premiato Obama. I candidati al Senato Todd Akin, Richard Mourdock, Joe Walsh, il "patriarcato" immortalato dalla Dowd, sono stati rispediti elegantemente a casa dopo gli scivoloni sessisti.
Cinque donne entrano in Senato, il numero delle deputate alla Camera cresce, il New Hampshire sarà il primo Stato americano a mandare una delegazione interamente femminile al Congresso. Salta il tentativo Repubblicano di sgonfiare il “Planned Parenthood” e quando il "gender" si incrocia con la questione razziale o con la difesa del welfare, come nel caso delle donne asiatico-americane, Obama surclassa gli avversari (è stato incoronato dal 70 per cento dell’elettorato asiatico).
Se i Caucus dello Iowa si riunissero oggi, Hillary Clinton prenderebbe il 58 per cento dei voti, Biden il 17 (fonte: Politico). Se Hillary decidesse di correre per la Casa Bianca nel 2016 probabilmente sarebbe uno dei candidati meglio preparati della Storia americana: senatrice, capo del Dipartimento di Stato, a suo agio con i presidenti di mezzo mondo. Per non dire del ruolo giocato da Michelle Obama in queste elezioni, moglie e madrina, con gli avambracci da sportiva bene in mostra nella foto della vittoria, simbolo della sua battaglia implacabilmente corretta contro l’obesità dei piccoli americani.
Il partito repubblicano ha deluso l’elettorato femminile. Condoleeza Rice, l’ex segretario di stato della Amministrazione Bush, è stata molto chiara: “Il GOP ha mandato solo messaggi contradditori” sulla questione femminile. Se ci fosse stata lei al posto di Romney forse…