L’America uscì dal tunnel della Guerra Fredda con i “duri” come Mr. Haig

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L’America uscì dal tunnel della Guerra Fredda con i “duri” come Mr. Haig

25 Febbraio 2010

E ora se n’è andato, il 20 febbraio, anche Alexander Haig, uno dei pilastri di quella stagione straordinaria che, negli Stati Uniti di America, fu la presidenza di Ronald W. Reagan (1911-2004). Alexander Meigs Haig jr. era nato il 2 dicembre 1924 a Bala Cynwyd, fuori Filadelfia, cioè in una di quelle piccole cittadine “di provincia” dello Stato fondato dal quacchero inglese William Penn (1621-1670) come esperimento di libertà religiosa (un esperimento che permise pure di celebrare la prima Messa cattolica su suolo nordamericano) i cui nomi quasi impronunciabili fatti di molte consonanti anche raddoppiate, poche vocali, abbondanti ypsilon e parecchie “v doppie” parlano inequivocabile l’antica lingua gaelica del Galles britannico.

Haig era del resto mezzo irlandese da parte di madre, Regina Anne Murphy, e quando il padre, Alexander M. Haig sr., morì, il piccolo Alexander, 10 anni (e la sorella maggiore e il fratello minore), venne cresciuto da quella mamma nella fede cattolica, una storia che ricorda d’appresso quella di J.R.R. Tolkien (1892-1973).

Haig studiò alla University of Notre Dame di South Bend, sobborgo d’Indianapolis, uno degli hauts- lieux del cattolicesimo nordamericano (almeno fino alla tempesta postconciliare) dove spesso “irlandese” è sinonimo di “cattolico”, un luogo legato anche ai bei nomi dello scienziato della politica voegeliniano Gerhart Niemeyer (1907-1997) e del filosofo tomista Ralph McInerny (1929-2010), e prima ancora all’evangelizzazione francese della regione dei Grandi Laghi e del filosofo ottocentesco, cattolico, Orestes A. Brownson (1803-1876).

Entrò poi nell’Accademia Militare di West Point, diplomandosi nel 1947. Master in Business Administration alla Columbia Business School nel 1955 e Master in Relazioni internazionali alla Georgetown University nel 1961, veterano di Corea nello staff del generale Douglas McArthur (1880-1964) e del Vietnam, il generale Haig fu Capo dello staff dell’Esercito americano (il secondo grado per gerarchia), quindi comandante supremo delle forze armate USA in Europa, cioè vertice assoluto della NATO, dal 1974 al 1979, e così finì nel mirino dei terroristi comunisti tedeschi della Rote Armee Fraktion. Tra il 1973 e il 1974 fu Capo dello staff della Casa Bianca con il presidente Richard M. Nixon (1913-1994) e dopo lo “scandalo” Watergate (1972) fu l’artefice della transizione di potere nelle mani del presidente Gerald R. Ford (1913-2006).

Giunto in zona Casa Bianca nel 1969 come assistente militare di Henry Kissinger, allora Consigliere per la sicurezza nazionale di Nixon, poi vice dello stesso Kissinger, con Reagan Haig fu Segretario di Stato dal 1981 al 1982. Dopo Reagan tentò la corsa alla Casa Bianca nel 1988, ma gettò la spugna davanti a George W.H. Bush sr. Un “falco”, lo definirono in molti; meglio dirlo un “duro e puro”, uno di quelli che han tenuto botta nei giorni peggiori della Guerra fredda e il cui contributo, magari meno appariscente di altri, è stato determinante per uscire da quel tunnel d’incubo. Gli sopravvive il fratello minore, Francis, rinomato e amato padre gesuita, professore emerito di Fisica alla Loyola University di Baltimora, nel Maryland.

Marco Respinti è Direttore del Centro Studi Russell Kirk