Lampedusa ri-svuotata, ora Sarkozy chiede all’Ue di aiutare l’Italia

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Lampedusa ri-svuotata, ora Sarkozy chiede all’Ue di aiutare l’Italia

04 Maggio 2011

Lampedusa si è di nuovo svuotata. Con il trasferimento dei 1.500 migranti, salpati due giorni fa a bordo della Moby Vincent, sull’isola torna a regnare la calma e i 3 mila migranti arrivati in Italia nello scorso fine settimana su barconi provenienti dalle coste libiche sono stati tutti smistati nei centri per richiedenti asilo. Fra questi c’erano anche 90 tunisini che, ieri sera, sono decollati a bordo di due voli charter per essere trasferiti nei ‘Cie’ (Centri di identificazione ed espulsione) di Bologna e Gorizia, in attesa di essere rimpatriati in Tunisia.

Ma le autorità di vigilanza operative sull’isola dovranno riposare con un occhio chiuso e l’altro aperto, almeno finché le acque del canale di Sicilia, che negli ultimi due giorni hanno reso difficile la navigazione di piccole carrette del mare, non si calmeranno. Quando le condizioni meteo si ristabiliranno, infatti, i barconi provenienti dal Nord Africa potrebbero riprendere la via del mare verso l’Italia. Intanto, nella giornata di ieri, i profughi, sotto la regia della Protezione civile, sono stati scortati nei ‘Cara’ (Centri di accoglienza richiedenti asilo) dislocati nelle regioni in base all’accordo Stato-Regioni-Enti locali stipulato il 6 aprile scorso. Al nord le destinazioni sono Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Toscana. Al centro-sud in provincia di Roma, Marche, Campania, Puglia e Calabria.

L’accordo (“Piano per l’accoglienza dei migranti”) prevede la definizione delle misure necessarie allo scopo di fronteggiare l’emergenza per assicurare ai profughi la prima accoglienza, assistenza e a garantirne un’equa distribuzione su tutto il territorio italiano sulla base del numero di abitanti di ogni regione (ad esclusione dell’Abruzzo, già impegnato nel fronteggiare l’emergenza del terremoto del 2009). Le regioni interessate dal più alto numero di trasferimenti sono Lombardia, Lazio, Campania e Veneto (tra le 4 mila e 9 mila persone ciascuna). In numero decrescente, Sicilia, Emilia Romagna e Piemonte (tra 3 mila e 4 mila). A seguire tutte le altre, con un numero di persone compreso tra 100 e 3 mila.

Tuttavia, in alcune aree, non è facile contenere l’emergenza. Ieri, infatti, sono stati confermati gli arresti per i sette cittadini tunisini che lunedì hanno creato disordini del Cie di Milano dando fuoco a coperte e materassi per protestare contro il trattenimento. Trasferiti nel carcere di San Vittore in attesa del processo, sono accusati di incendio doloso e danneggiamento. Sempre ieri la polizia di Bari ha arrestato un cittadino palestinese e due libici nel Cara del capoluogo pugliese con l’accusa di concorso in favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. I tre sono indiziati per aver organizzato un viaggio di 250 migranti da Tripoli a Lampedusa.

Così, dalle fila della maggioranza, si torna a insistere sulla necessità di rivedere la legislazione italiana in materia d’immigrazione. La vicepresidente del gruppo Pdl alla Camera Isabella Bertolini ha detto che la maggioranza sosterrà con forza il decreto sull’espulsione diretta, annunciato dal ministro dell’Interno Roberto Maroni dopo il pronunciamento della Corte di Giustizia europea sul reato di clandestinità. “I cittadini possono stare tranquilli”, ha assicurato la pidiellina. “Il governo supererà anche questa volta gli assurdi ostacoli posti dall’Europa e dai tanti giudici che, anche prima delle sentenza della Corte di Lussemburgo, hanno disapplicato anziché applicare come loro dovere la legge Bossi-Fini”.

Ma la sferzata all’Europa è arrivata ieri anche dal presidente francese Nicolas Sarkozy che, in un’intervista pubblicata sul sito internet del settimanale L’Express, ha invitato Bruxelles ad aiutare l’Italia nel risolvere il problema degli immigrati. A questo riguardo, ha detto il premier francese, “la Francia, il Paese più generoso in materia d’asilo, farà delle proposte al Consiglio europeo di giugno”, aggiungendo che “se un Paese europeo non può gestire le sue frontiere la questione della sospensione provvisoria di Schengen deve poter essere posta senza tabù”. A conferma che la “forte convergenza” tra Francia e Italia, emersa a seguito del vertice tra Sarkozy e Berlusconi della settimana scorsa, ha dato il suo primo esito positivo.