“L’Anm guardi al modello-Laudati invece di minacciare lo sciopero”

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

“L’Anm guardi al modello-Laudati invece di minacciare lo sciopero”

28 Maggio 2010

E’ sorprendente che le uniche organizzazioni che minacciano lo sciopero contro la manovra del governo siano la Cgil e l’Associazione nazionale magistrati". Il senatore Gaetano Quagliariello, con tono misurato e deciso, non nasconde il suo stupore nei confronti di due categorie scese sul piede di guerra contro le misure economiche del governo Berlusconi.

Presidente, Magistratura democratica afferma che il governo vuole distruggere la giustizia. E’ una dichiarazione di guerra?

Bisogna distinguere. Molti magistrati ogni giorno compiono il proprio dovere di servitori dello Stato, considerando la giustizia una missione. C’è poi una frangia minoritaria che usa la giustizia come un’impropria arma politica. E’ un momento di difficoltà, tutti dovrebbero riflettere sul peso di determinate affermazioni.

Come valutereste uno sciopero dei magistrati?

Spero in un supplemento di riflessione nella magistratura. Di fronte a una crisi europea la manovra chiede un sacrificio a categorie economicamente “privilegiate” e lo fa con equità, cominciando dai costi della politica. Mi colpisce che fra tanti giudizi positivi e responsabili, oltre alla Cgil, l’Anm pensi di scioperare. Quando lo Stato è in difficoltà i suoi servitori devono dare il buon esempio.

Nessun riflesso, quindi, sul funzionamento della giustizia?

I comparti fondamentali sono stati, per il possibile, tenuti al riparo. Ma un minimo sacrificio va chiesto a tutti. Di fronte alla crisi, la logica giusta è quella che si evince dal convegno "Organizzare la giustizia" promosso dal procuratore di Bari, Laudati: la giustizia come servizio per il cittadino di cui migliorare l’efficienza; e da qui, in una fase difficile, lo sforzo costruttivo per autofinanziare la macchina della giustizia. E’ un atteggiamento virtuoso e positivo. Sarebbe bello che fosse adottato anche dai vertici dell’Associazione.

Proprio sulla Gazzetta, il capo della Procura di Bari, Laudati, afferma che occorre potenziare le risorse umane e materiali. La strada giusta, quindi, è aumentare la produttività e l’organizzazione?

Tutte le riforme hanno un costo, ma bisogna anche razionalizzare la spesa, oltre a trovare nuovi finanziamenti. E’ utile l’indicazione di Laudati che riprende un esperimento fatto per il comparto sicurezza, con la creazione di un fondo alimentato dai beni confiscati o sequestrati alla mafia. Il governo ha fatto sequestri e confische da record, e la Procura di Bari ha dato un importante contributo: la proposta di Laudati si iscrive in questo solco.

E il ministro Maroni ha annunciato che Bari sarà sede dell’Agenzia dei beni confiscati. E’ un riconoscimento per il lavoro svolto?

La Procura di Bari a lungo ha vissuto un rapporto patologico tra politica e giustizia. E’ stato fatto uno sforzo serio per ricondurlo alla fisiologia: la magistratura controlla che chi si occupa della cosa pubblica non ne approfitti, ma come un’attività normale e non in funzione del circolo mediatico-giudiziario. L’agenzia a Bari può essere un indiretto riconoscimento di questo sforzo.

Giustizia e intercettazioni. A giorni il testo arriva al Senato. Ci sono ulteriori margini di trattativa?

Abbiamo fatto un buon lavoro in Commissione per conciliare indagini, vita privata, libertà di stampa e diritti degli imputati. Il testo approvato alla Camera è stato un primo punto di caduta. Ora c’è il testo licenziato dalla Commissione in Senato, in attesa del dibattito in Aula.

Stanno emergendo novità?

Il lavoro della Commissione è stato lungo e ponderato, e merita di essere nella sostanza tutelato. Tuttavia, dopo il dibattito di questi giorni, ho consegnato con Gasparri circa 10 emendamenti. E’ stata eliminata la parte sulla registrazione fraudolenta rinviandola a un provvedimento autonomo, e sono state riviste le multe agli editori ed equiparati giornalisti professionisti e pubblicisti.

Si attenua, quindi, l’atteggiamento penalizzante nei confronti dell’informazione?

Non abbiamo mai voluto penalizzare la stampa, ma tutelare libertà dei cittadini importanti quanto il diritto di cronaca. Se fossimo tutti intercettati 24 ore su 24 ci sarebbero meno reati, ma vivremmo in un incubo totalitario.

Lotta alla mafia. Il procuratore nazionale Piero Grasso, ha dichiarato che le stragi mafiose del ’93 volevano favorire un’entità politica. Come replica?

Quelle dichiarazioni sono improvvide, e sono assurde le ricostruzioni che ne sono derivate. Nel ’92 le forze candidate al potere erano altre, non Forza Italia. Nel ’93 Leoluca Orlando divenne sindaco di Palermo col 76 per cento, e a Catania andarono al ballottaggio due candidati di sinistra.

Mezzogiorno e lotta alla criminalità organizzata. La società meridionale è più libera dalla presenza della criminalità organizzata?

Non ci si deve fermare ma ci sono stati grandi risultati, che si devono anche all’impegno di un pugliese come Alfredo Mantovano.