L’anomalo viaggio di Obama a Cuba. Cruz e Rubio: “Assurdo far visita a un dittatore”
19 Febbraio 2016
di redazione
Il 21 e 22 marzo il presidente Obama si recherà a Cuba in uno storico viaggio: sarebbe il primo presidente Usa in carica a recarsi sull’Isola da oltre 80 anni. L’ultimo è stato Calvin Coolidge, nel 1928. La reazione di Cruz e Rubio non si è fatta attendere: entrambi di origini cubane. Per Cruz, il senatore del Texas, ultraconservatore beniamino dei Tea Party e degli evangelici, nato nella città canadese di Calgary, andare a Cuba "finché Castro è al potere" è un errore: "Sono rattristato ma non sorpreso. La cosa era nell’aria da tempo".
Rubio ci va giù ancora più duramente. Il giovane senatore della Florida nella sua storia personale si porta la ferita dell’emigrazione dei nonni ai tempi della dittatura di Batista, dunque prima di Fidel Castro. "La visita di Obama è assurda. Se io fossi presidente – afferma Rubio – non prenderei in considerazione un viaggio del genere, se non in circostanze molto particolari. Non andrei mai finché Cuba non è libera. E un anno e due mesi dopo le aperture all’isola Cuba – denuncia Rubio – il governo cubano resta repressivo come sempre. Una dittatura".
A dispetto delle opinioni altrui, pare che Obama stia per coronare il suo sogno. Lo storico viaggio è frutto del disgelo avviato alla fine del 2014 col leader cubano Raul Castro, di cui la stampa ricorderà la famosa stretta di mano durante la cerimonia in memoria di Nelson Mandela, a Pretoria. I due decisero presto di lavorare per la normalizzazione dei rapporti tra i loro Paesi.
Riaperte le reciproche ambasciate la scorsa estate, di pochi giorni fa è invece l’accordo che ripristina i voli commerciali tra Usa e Cuba per la prima volta in 50 anni. E adesso l’annuncio del viaggio che potrebbe costituire un passo fondamentale per centrare l’ultimo obiettivo: la fine dell’embargo nei confronti dell’isola, in vigore da oltre mezzo secolo.