L’apocalisse giapponese e l’empio circo dei “custodi della Costituzione”

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L’apocalisse giapponese e l’empio circo dei “custodi della Costituzione”

14 Marzo 2011

Di fronte all’apocalisse giapponese, al mondo scosso dalla scoperta della sua fragilità, alle masse d’Oriente e d’Occidente smarrite davanti alla rivolta della natura, dovrei occuparmi della politica dell’odio che va in scena sul palcoscenico italiano, il più lercio d’Europa? Vorrei scrivere d’altro, riflettere sul senso (sempre che lo abbia) della nostra esistenza di donne e di uomini gettati dal destino nel gorgo di un’epoca nella quale si fa fatica a reprimere gli impulsi autodistruttivi, baloccandosi con gli effimeri prodotti di una tecnologia che tende sempre più a schiavizzarci.

E vorrei meditare sul significato della storia che si ripete non solo come farsa ma aggiungendovi anche massicce dosi di ipocrisia (e non penso soltanto alla condizione in cui versa l’Italia). E poi mi interesserebbe conoscere il pensiero dei miei contemporanei con gli occhi sbarrati, increduli, spaventati sulla finitezza dell’esistenza convinti come sono che la morte può attendere, soprattutto se non legata ad eventi fisiologici messi naturalmente in conto.

Ecco cosa dovrebbe assillarci: la fine innaturale di ciò che non dovrebbe essere scalfito o neppure sfiorato  dalle certezze acquisite lungo decenni scanditi dalle promesse di ottimisti imbecilli che hanno immaginato e diffuso il morbo della leggerezza dell’esistenza che non prevede nel suo codice il dolore come scintilla di ogni possibile cambiamento. 

Non avvengono rivoluzioni dolci nelle società tali da produrre sostanziali miglioramenti; non esistono traumi privi di sofferenze nei mutamenti naturali, climatici o geologici, che periodicamente ci richiamano alla nostra umana condizione di provvisori fruitori di ciò che per un breve lasso di tempo abbiamo a disposizione e che il più delle volte maltrattiamo fino a procurarci del male da soli.

Vorrei occuparmi di tutto questo e di ciò che ad esso è connesso avendo la mente inondata dalle immagini del Giappone piegato. Ma voltando pagina dopo pagina i giornali italiani, sotto questo cielo d’Europa nel quale non arrivano i latrati di Roma, m’imbatto inevitabilmente nella suburra nostrana.

Nel giorno in cui vorrei raccogliermi intorno alle sofferenze di un popolo amico  e risentire l’eco lontana di antiche litanie shintoiste che mi tennero compagnia in un tempo trascorso tra i templi di Kyoto e di Nara, sono costretto non tanto dall’ufficio di osservatore e commentatore delle vicende politiche del mio Paese, ma da semplice cittadino che non rinuncia ad avere una coscienza civile, a leggere e ad indignarmi, soffocando perfino un naturale senso di nausea, gli strepiti di personaggi in cerca d’autore che in tempo di Quaresima hanno vestito logori stracci carnevaleschi fingendosi "custodi della Costituzione".

Apprendo che l’attrice Monica Guerritore ha infiammato la piazza recitando un testo scritto dal giurista Gustavo Zagrebelsky nel quale rivivono (?) Antigone e Creonte in funzione antiberlusconiana: capite il geniale pasticcio, l’orrendo scempio? E l’interprete dice poi ad un giornale: "C’è tutto un respiro, un popolo che si fa sentire". Per che cosa? Ma, perdinci, contro la riforma della giustizia avversata prima che se ne conoscano i contenuti.

E a farle da spalla, un guitto d’eccezione, premio Nobel addirittura: Dario Fo che si è " commosso"  ricordando i suoi vent’anni e i giorni in cui nasceva la Costituzione. Ma non erano gli stessi in cui aveva appena smesso la divisa della Repubblica Sociale Italiana? E sì, Fo dice bene: "L’unica alternativa a questo sistema è l’incazzatura", neppure sospettando, nel proferire questo alto pensiero, che lui stesso è parte autorevole di questo sistema al punto che ogni sciocchezza che dice diventa sui giornali che contano e nei programmi televisivi che orientano l’opinione pubblica addirittura "letteratura".

Ha dato dello "scemo" al premier perché l’ha visto con il cerotto sulla guancia e, siccome è un sapiente, ha decretato che non se lo sarebbe dovuto permettere dopo l’intervento maxillo-facciale subito. Questo il livello della discussione. Neppure l’insulto è più credibile. Figuriamoci le analisi. Il procuratore antimafia Antonino Ingroia, che irritualmente protesta in piazza contro un altro potere dello Stato, senza destare scandalo, ha detto: "In gioco non è il presente di noi magistrati, ma il vostro futuro".

Verrebbe voglia di replicargli di pensare a se stesso ed alla sua corporazione che a noi cittadini, sia pure vittime spesso della pessima amministrazione della giustizia, ci pensiamo noi scegliendoci i legislatori che ci pare. Ma insomma, i magistrati devono fare le leggi o applicarle? Ecco: Ingroia, se ritiene, ci dia una pacata risposta. Risposta che, ovviamente, non pretendiamo da Gino Strada ed infatti non gli chiediamo come ed in che modo, in quali parti, articoli e commi "la Costituzione è stata stuprata dalla classe politica italiana".

I giornali fiancheggiatori degli improvvisati "custodi della Costituzione", hanno scritto che in tutt’Italia sabato scorso hanno manifestato un milione di persone; secondo le autorità di polizia non sarebbero state più di quarantatre mila. C’è un abisso tra le due valutazioni. Fate voi. Quand’anche fosse attendibile la cifra data dagli organizzatori, non credete che si sia trattato comunque di un flop? Se non sbaglio gli italiani sono sessanta milioni e gli elettori quarantacinque milioni: è vero, le dittature nascono quando le minoranze ritengono di essere maggioranze. Accadrà anche da noi?

Torno in Giappone. Tra le rovine di Fukushima e di Sendai. L’umanità del dolore ricaccia nel ripostiglio delle carabattole inservibili gli sguaiati proclami dei rivoluzionari in cachemire in piazza un sabato qualunque, un sabato italiano, per protestare contro una riforma che ancora non c’è. Dall’altra parte del Globo si piange, si prega, si spera, ci s’inventa  il domani. Noi leghiamo le nostre vicende a brevi e sconclusionati flash di agenzia che descrivono un carnevale infinito, mentre la Terra trema…