L’Aquila, dal cratere sismico al labirinto di Equitalia

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L’Aquila, dal cratere sismico al labirinto di Equitalia

05 Febbraio 2013

Immaginiamo di essere un piccolo imprenditore abruzzese che opera nel cosidetto "cratere sismico" la zona più colpita dal disastroso terremoto del 2009. Il sisma ha tranciato di netto anche la crescita della sua azienda e come se non bastasse si è aggiunta la grande crisi internazionale con i suoi spasmi a livello locale. Il colpo di grazia arriva sottoforma di una cartella INPS.

L’imprenditore aveva un conto in sospeso con il fisco e implacabile, com’è giusto che sia, ecco spuntare la cartella di Equitalia, con relative sanzioni, interessi ed aggi. In teoria, il nostro uomo dovrebbe tirare un sospiro di sollievo: l’Abruzzo è stato colpito da una calamità naturale e, per legge, il versamento dei contributi è stato sospeso, con decorrenza al gennaio 2012. Soprattutto, il versamento da fare dovrebbe ridursi del 40 per cento, che non è poco, condiderando anche le 120 rate mensili.

Ma con il fisco italiano conviene usare sempre il condizionale. Alla fine di dicembre 2011, Equitalia notifica comunque a famiglie e imprenditori del ‘cratere sismico’ le cartelle esattoriali, allegando il tradizionale bollettino di conto corrente postale per il pagamento. Sullo stampato però c’è una bella scritta, "ANNULLATO", in ottemperanza a quanto abbiamo detto sopra (i cataclismi, ecc.). Il nostro imprenditore, che comunque è una persona prudente, cerca rassicurazioni dall’agenzia delle entrate e, fidandosi, non paga, né impugna la cartella esattoriale.

Fino ad ora quello di Equitalia sembrerebbe quindi un semplice eccesso di zelo, niente di sorprendente rispetto alle "cartelle pazze" che hanno fatto infuriare i sardi qualche anno fa. Poi però l’imprenditore decide di richiedere il DURC, un documento necessario alle aziende per lavorare con le pubbliche amministrazioni, partecipare a gare, eccetera eccetera. Un pezzo di carta strategico per le aziende locali che hanno le carte in regola per candidarsi alla ricostruzione.

Ed è così che il Nostro scopre che alla sua azienda tale certificato non può essere concesso, perché risulta ancora debitrice dell’INPS. Preso alla sprovvista, ne parla con dei colleghi, condivide il problema con il suo commercialista, si muovono consulenti e studi notarili, e un gruppo di piccole aziende decide di impugnare le cartelle davanti alla Commissione Tributaria dell’Aquila. Niente da fare, tempo scaduto. Se anche ce l’avessero fatta, l’Agenzia delle Entrate probabilmente avrebbe fatto appello alla Commissione tributaria della Regione, e si sa quali sono i tempi e i costi della giustizia.

Questo giornale ha sempre condannato l’enfasi populistica contro Equitalia, le molotov contro gli uffici e le sedi della società, il rigurgito ‘greco’ o ‘argentino’ che nei momenti più caldi della crisi economica ha serpeggiato nel Paese. Ma non si può tacere sulle discordanze e sulle contraddizioni legate alla vicenda del cratere sismico. Lo Stato, o chi per lui, mantenga le promesse invece che dire una cosa e farne un’altra.