L’Aquila. Pd, sì alle unioni civili se portano voti

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L’Aquila. Pd, sì alle unioni civili se portano voti

15 Febbraio 2013

La più entusiasta è Stefania Pezzopane, capolista al Senato del Pd, che parla di “conquista di civiltà” e coglie il plauso dall’Arcigay. Il più arrabbiato è il consigliere comunale Ludovici (Api) che se ne esce con un insopportabile “i gay sono malati”. La notizia è la costituzione del registro delle Unioni Civili all’Aquila che ha provocato lacerazioni nella assemblea cittadina ma sui cui andrebbe fatto un ragionamento.

Sgombriamo il campo dall’omofobia e partiamo dal presupposto, laico, che non si equiparino il matrimonio tra famiglie tradizionali e le unioni gay. Detto questo, nessuno ha mai negato che sia possibile mettere in atto tutta una serie di iniziative legislative che riconoscano ai componenti delle suddette unioni diritti civili e penali laddove essi non fossero garantiti. Su questo si attende che a esprimersi sia il legislatore e che si proceda a una riforma del codice civile.

Ben altro è il blitz condotto nel comune dell’Aquila, a meno di dieci giorni dalle elezioni, che consente alla Pezzopane di fare dichiarazioni giornalistiche che strizzano l’occhio al mondo dell’associazionismo gay e trasformano quindi una questione delicata in materia propagandistica e utile ad attrarre consenso.

Se prendiamo il caso di altre città che hanno già proceduto alla istituzione dei registri anagrafici dei conviventi, per esempio, va considerato che in parecchi casi sono rimasti pressoché vuoti così come va detto che in Italia non ci sono associazioni di coppie eterosessuali che rivendichino una legge ad hoc sul loro status; come dire, è una battaglia che viene portata avanti nello specifico dal mondo omossessuale.

Insomma, il Pd abruzzese non perde l’occasione per dar vita a una iniziativa di natura ideologica, dal sapore puramente simbolico, poco chiara da un punto di vista giuridico (le amministrazioni locali hanno davvero competenza in materia di diritti civili?) e che non risponde alle reali esigenze e bisogni della comunità. Sarebbe meglio occuparsi di problemi impellenti, come quelli economici, o, pensando all’Aquila, alla questione della Ricostruzione, invece che porre al centro del dibattito un argomento che riguarda solo una parte della comunità, quella che, zapaterianamente, occorre corteggiare per garantirsi un "governo delle minoranze".