L’arresto di Tarantini per estorsione al premier e le fughe di notizie
01 Settembre 2011
Per mesi gli italiani sono stati inondati delle esternazioni di personaggi come Patrizia D’Addario, la escort che ebbe il suo momento di gloria quando ad Annozero poté raccontare della sua notte con il premier munita di registratore. Altro personaggio finito al centro della scena è stato Giampaolo Tarantini, imprenditore barese coinvolto nelle inchieste riguardanti presunti scandali della sanità pugliese e che avrebbe procurato escort al premier per le sue feste. Ovviamente, piuttosto che su eventuali scandali nel settore sanitario barese, una certa parte della stampa ha preferito soffermarsi sulle feste del premier dove, secondo le accuse, ci sarebbe stato sfruttamento della prostituzione.
Oggi a questo complesso capitolo si aggiunge un’altra notizia: quella dell’arresto di Giampaolo Tarantini e della moglie Angela Devenuto nell’ambito dell’inchiesta, condotta dalla Procura di Napoli, relativa ad una estorsione di 500mila euro ai danni del premier Silvio Berlusconi. I coniugi sono stati arrestati alle prime luci dell’alba nella loro casa di Roma, in una traversa di via Veneto, in pieno centro storico. Nell’abitazione romana Tarantini aveva trascorso alcuni mesi agli arresti domiciliari, nell’ambito dell’inchiesta della procura di Bari sulla detenzione e cessione di droga per le feste nelle ville in Sardegna. L’imprenditore sarà rinchiuso nel carcere di Poggioreale e la moglie in quello femminile di Pozzuoli.
A quanto pare, dunque, il gip Amelia Primavera ha accolto la richiesta di custodia cautelare dei pm Henry John Woodcock, Francesco Curcio e Vincenzo Piscitelli nell’ambito dell’inchiesta sul giro di escort svelato da Patrizia D’Addario alla procura di Bari. Un’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa anche nei confronti del direttore de L’Avanti, Valter Lavitola, che tuttavia è da diverso tempo all’estero e risulta dunque irreperibile.
Ai coniugi Tarantini e a Lavitola la procura di Napoli contesta il reato di estorsione nei confronti si Silvio Berlusconi, al quale sarebbero stati chiesti 500mila euro in cambio del silenzio a proposito della consapevolezza, da parte del premier, della presenza di escort condotte da Tarantini a Palazzo Grazioli. Tarantini che, a sua volta, sarebbe rimasto vittima di un raggiro di Lavitola che, dei 500mila euro avrebbe trattenuto 400mila euro per impiegarli in operazioni finanziarie in tutta Italia.
Per gli inquirenti esistono “gravi e consistenti indizi” su dazioni di denaro contante o benefici economici (quali, ad esempio, il pagamento di spese legali o dell’affitto di casa, nonché incarichi di lavoro) ripetuti, dissimulati o non trasparenti e con l’intervento di Lavitola, dal premier a Giampaolo Tarantini o alla moglie. Lavitola, secondo l’accusa, avrebbe concertato con l’imprenditore barese “le iniziative processuali più idonee per costringere Berlusconi al pagamento di ulteriori somme”. Ora l’inchiesta potrebbe essere trasferita da Napoli a un’altra procura per questioni di competenza: nonostante sia difficile capire dove siano avvenute le dazioni di danaro, certamente esse non sono avvenute a Napoli.
Una ricostruzione della vicenda l’aveva offerta anticipatamente Panorama il 24 agosto scorso: secondo quel che si legge sul settimanale i 500mila euro sarebbero stati versati, soprattutto, per convincere Tarantini a patteggiare, evitando così un processo pubblico con eventuale e conseguente pubblicazione di “intercettazioni telefoniche imbarazzanti” che avrebbero potuto danneggiare il premier. Ma il presidente del Consiglio ha negato di essere vittima di un’estorsione e a Panorama ha dichiarato: “Ho aiutato una persona (Tarantini, ndr) e una famiglia con bambini che si è trovata e si trova in gravissime difficoltà economiche. Non ho fatto nulla di illecito, mi sono limitato ad assistere un uomo disperato non chiedendo nulla in cambio”.
Intanto, la procura di Napoli ha sollevato un altro importante problema puntando il dito, in una nota, contro la fuga di notizie che ha accompagnato l’arresto dei coniugi Tarantini e facendo sapere che le indagini sull’estorsione al premier Silvio Berlusconi sono state “fortemente compromesse dalla criminosa sottrazione di numerosi e rilevanti contenuti della richiesta di misura cautelare ad opera di ignoti a cui ha fatto seguito, nei giorni scorsi, la pubblicazione degli stessi su alcuni giornali nazionali”. Ma questo, oramai, non ci sorprende più.