Lasciate in pace Miss America
20 Maggio 2010
di redazione
Una bella ragazza libanese di 24 anni, Rima Fakih, studentessa di economia all’università, diventa la prima "Miss America" araba della Storia. Apriti cielo. Su Facebook si apre subito un gruppo con qualche migliaio di amici che protesta contro l’elezione della reginetta di bellezza, accusando Rima di essere imparentata con alcuni terroristi di Hezbollah, il "Partito di Dio" che minaccia la sicurezza del Paese dei Cedri.
I familiari della miss non gradiscono. Rana, la sorella di Rima, si rifiuta di commentare dicendo: "non voglio rovinare questo giorno di festa con la politica, dal momento che è stata la politica a rovinare il Libano". Sua zia, Afifah, avvolta nell’hijab, rincara la dose: "Gli occidentali descrivono noi sciiti come degli assassini, ma in realtà amiamo la vita e la bellezza". Le due donne stavolta hanno ragione.
Da anni l’America sta combattendo per far uscire alcuni Paesi islamici dal patriarcato. Negli Usa alla fine è andata a vivere Ayaan Hirsi Ali, la scrittrice e attivista somala che vive sotto scorta per aver scelto l’Illuminismo e uno stile di vita occidentale. In Europa, ci si interroga, e spesso dalle domande si passa ai fatti, se vietare il burqa o tollerare il velo nelle scuole e negli uffici pubblici. Poi una ragazza musulmana manda in estasi con le sue forme sinuose milioni di ometti di ogni nazionalità. E invece di esultare per il bikini di Rima che facciamo? La accusiamo di essere una terrorista.
Crediamo sia un errore. Primo perché eleggere una donna araba Miss America probabilmente è la cosa che farà infuriare di più Bin Laden e quelli come lui, che le donne, e non solo loro, vogliono sottometterle. Per i cavernicoli dell’Afghanistan ogni donna in minigonna è una prostituta occidentale. Secondo perché dopo aver appreso della incoronazione di Rima, uno dei portavoce del Partito di Dio ha confermato: "I criteri con cui noi valutiamo le donne sono diversi da quelli dell’Occidente". Infatti Rima è Missa America, mica Miss Hezbollah.