L’astensionismo è una bomba contro la democrazia. Montezemolo non lo sa

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L’astensionismo è una bomba contro la democrazia. Montezemolo non lo sa

17 Marzo 2010

 

Quel 53,6 % di non voto in Francia è una bomba contro la democrazia. La deflagrazione di un simile ordigno produce ferite gravissime nella società verso le quali molti mostrano di nutrire una pericolosa, condiscendente indifferenza. Analisti e politologi sono impegnati nello spiegare se è prevalente la sconfitta di Sarkozy o la simbolica rimonta socialista. La rinuncia al diritto di voto non è la risposta efficace alle irresponsabilità della politica.

La disfatta in Francia di quella preziosa democrazia partecipata che è presupposto ineludibile del rinnovamento auspicato, meglio può farci riflettere sulla complessa situazione di una Italia che ora è chiamata al voto in tredici realtà regionali. Eppure certe derive disfattiste si insinuano nel nostro circuito mediatico acuendo le distanze tra i cittadini e le fantomatiche classi dirigenti.

In un momento decisivo come quello che stiamo vivendo, a quei cittadini che, nonostante tutto, scelgono di decidere del loro futuro utilizzando gli strumenti democratici a disposizione, bisogna dare le risposte, non presentargli ancora una volta quel conto che, proprio chi oggi fomenta l’astensionismo attraverso polemiche strumentali, ha contribuito ad ingrossare. Trovo dunque singolare che un uomo delle istituzioni come Montezemolo, una espressione caratterizzante della dirigenza italiana degli ultimi cinquanta anni, possa tirarsi fuori dai problemi del paese consegnando ad esso solo una critica avvilente.

Se l’Italia futura che immagina Montezemolo è infatti quella prospettata, giorni fa, dalle parole di Andrea Romano, sarei portata a dire che è meglio vivere l’Italia presente. La generalizzazione del concetto di politica quale luogo di afasia delle idee, l’aggressione del diritto al voto con una volgarizzazione qualunquista, non sono atteggiamenti giustificabili in chi si proponeva come costruttore del futuro.

La presentazione della Fondazione ItaliaFutura mi aveva colpita perché mi sembrava, al contrario, un segnale di positiva assunzione di responsabilità da parte del Presidente Montezemolo che, attraverso lo strumento associativo, sembrava volersi far carico delle colpe del passato, dei problemi del presente e delle soluzioni del futuro. Dalle parole in libertà lanciate nei giorni scorsi con un editoriale a quattro mani firmato da Calenda e Romano, devo dedurre che mi sbagliavo.

I cittadini, mai come in questa campagna inficiata dal guazzabuglio burocratico delle liste, hanno bisogno di essere rimotivati, perchè l’astensionismo è un silenzio complice.

* Europarlamentare Pdl