L’attacco a Istanbul, ISIS e la “festa degli apostati”

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L’attacco a Istanbul, ISIS e la “festa degli apostati”

02 Gennaio 2017

Un uomo armato di fucile d’assalto, nella notte di capodanno, è arrivato davanti allla discoteca Reina, e ha sparato in sette minuti tra i centoventi e i centottanta colpi. Sulla riva europea del Bosforo, nel cuore del quartiere di Ortakoy, a Istanbul, un distretto delimitato da una sinagoga, una moschea e una chiesa, la Turchia si è sporcata di sangue ancora una volta. Lo stato islamico sembra aver messo ancora una firma sotto un attentato omicida. In base alle testimonianze raccolte pare che l’attentatore parlasse correttamente arabo, e che, mentre sparava alla folla, inneggiasse ad Allah. Trentanove le vittime: libanesi, tunisini, indiani, turchi, iracheni, canadesi, sauditi, israeliani, gli stranieri che stanno reggendo il malconcio mondo del turismo turco. Ma i colpi sparati dal terrorista non avevano come bersaglio la globalizzazione e il capitale. 

Si è detto che è stato un messaggio lanciato a Edogan, considerato un “traditore” dalla internazionale jihadista che spara e amazza, da Isis ad Al Nusra ai foreign fighter partiti e tornati in Europa. Ma nel comunicato diffuso sui social media dall’agenzia che fa propaganda per gli islamisti, Amaq, ISIS ha rivendicato l’attacco sottolineando che l’obiettivo erano e restano i cristiani. “Continuano le operazioni benedette che lo Stato Islamico sta conducendo contro il protettore della croce, la Turchia”, si legge nel comunicato. “Un soldato eroico del califfato ha colpito uno dei più famosi nightclub dove i cristiani celebrano la loro festa apostata”. 

Qualcuno obietterà che probabilmente le vittime dell’assalto al Reina erano in prevalenza di fede musulmana. Ma il punto è che al terrorismo islamico piace colpire luoghi simbolici, e che il simbolo preso di mira anche questa volta è “la fede” degli “apostati”. In Turchia, nonostante polemiche e dibattiti, non è mai stato impedito di festeggiare il Capodanno, anche se negli ambienti del conservatorismo islamico più ortodosso e brodo di coltura per la jihad c’è sempre stato il desiderio che Erdogan ordinasse di evitare festeggiamenti del genere. Adesso cosa farà il ‘Sultano’ di Ankara? Nel frattempo sappiamo cosa fa l’Europa, dopo l’attacco al mercatino di Natale in Germania: nasconde presepi e statue della Madonna. Così, dal Bosforo fin nel cuore dell’Europa, si apre la strada al Califfato.