Latte. Coldiretti, mucche pascolano in supermercato “per protesta”
28 Giugno 2009
di redazione
Per garantire la qualità della spesa e denunciare la diffusione di latte, latticini e formaggi stranieri spacciati come italiani, gli allevatori della Coldiretti con un blitz hanno portato una piccola mandria di mucche a pascolare in un supermercato alla difficile ricerca del loro latte.
L’iniziativa, si legge in una nota dell’organizzazione, si è svolta a Torino presso il centro commerciale Snos di corso Mortara, dove la Coldiretti ha denunciato che, senza alcuna indicazione in etichetta, tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro sono stranieri mentre la metà delle mozzarelle in vendita sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere.
Rendere disponibile al pubblico su sito Internet i dati riguardanti le importazioni di latte e derivati lattiero caseari (soprattutto in riferimento a polveri di latte,concentrato proteico, caseine e cagliate) ma anche le ditte di destinazione dei prodotti importati è una delle richieste della Coldiretti secondo la quale la speculazione sui prezzi si combatte con la trasparenza dell’informazione e per questo è necessario estendere l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza del latte a lunga conservazione (Uht) e degli altri prodotti lattiero caseari, che troppo spesso utilizzano latte sterile, cagliate, polveri e caseinati importati in grandi quantità dall’estero all’insaputa dei consumatori.
"In Italia – precisa la Coldiretti – in un anno sono arrivati ben 1,3 miliardi di chili di latte sterile, 86 milioni di chili di cagliate e 130 milioni di chili polvere di latte di cui circa 15 milioni di chili di caseina. ll latte italiano prodotto nella 40mila stalle nazionali è un patrimonio che traina l’intero Made in Italy all’estero che può contare anche su ben 35 riconoscimenti europei per i formaggi ai quali – sottolinea – viene destinato ben la metà della produzione di latte nazionale. Una produzione realizzata da oltre 1,8 milioni di vacche da latte in circa 40mila allevamenti che sono messe a rischio dalla insostenibile forbice dei prezzi tra la stalla e lo scaffale che – continua la Coldiretti – non consente più di coprire i costi". "Gli allevatori – fa sapere – in Piemonte hanno ricevuto dalle industrie per il proprio latte acconti in alcuni casi di 25-26 centesimi al litro mentre sugli scaffali dei ipermercati i prezzi moltiplicano fino a sei volte e si trovano spesso prodotti di importazione spacciati per nazionali".
Per garantire la veridicità del prodotto caseario, la Coldiretti chiede anche "la mappatura mediante l’utilizzo di isotopi estesa a tutto il territorio nazionale mentre sul piano commerciale è necessario intervenire con norme per agevolare le imprese agricole all’accesso nella distribuzione tradizionale e organizzata, e alla partecipazione a bandi e gare d’appalto per favorire il consumo nelle mense pubbliche di latte e derivati". Facilitare lo sviluppo delle filiere corte dei prodotti lattiero caseari, mediante la vendita diretta, distributori automatici e altro può peraltro, conclude la Coldiretti, "assicurare nuovi sbocchi di mercato più remunerativi per gli allevatori, mentre sul piano organizzativo occorre una ridefinizione dei ruoli e delle regole dell’attività dei consorzi di tutela dei formaggi italiani".