L’attesa di Monti e il passo indietro dei cattolici di Todi

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

L’attesa di Monti e il passo indietro dei cattolici di Todi

22 Dicembre 2012

"Capitani coraggiosi": potrebbe essere l’ironico titolo dedicato a quel che resta dei cattolici di Todi, quelli riunitisi l’anno scorso dopo la benedizione laica del Corriere della Sera per un raduno il cui scopo era, sostanzialmente, la spallata al governo Berlusconi.

Qualche giorno fa l’attivissimo Andrea Riccardi – il vero regista dell’operazione Todi –  ha fatto sapere che non si presenterà alle prossime elezioni. Eppure negli stessi giorni il suo nome circolava fra i “montiani” più decisi alla discesa in campo, accanto al Prof.

Ieri è toccato alle Acli: in una lettera pubblicata su “L’Unità” il Presidente del Consiglio Nazionale, Michele Rizzi, ha messo nero su bianco che quella di Andrea Olivero di candidarsi è una scelta squisitamente personale, e che “le Acli stanno con le Acli”, lamentandosi per “l’utilizzo politico e mediatico che è stato fatto delle Acli” a seguito delle scelte personali di Andrea Olivero (mentre era ancora Presidente dell’associazione, precisiamo noi). E, come se non bastasse, Rizzi ha tenuto a specificare che, pur riconoscendo il lavoro svolto dal premier, tuttavia le Acli lo hanno criticato quando hanno ritenuto opportuno, e “non hanno mai sposato il manifesto di Monti, né hanno sottoscritto alcun programma elettorale”.

E oggi, intervento di Raffaele Bonanni sul Corriere, che inizia incredibilmente così: “nelle ultime settimane Il Corriere della Sera ed altri organi di informazione, hanno associato impropriamente il mio nome e quello della Cisl, alla costruzione di una nuova forza politica”. E prosegue spiegando che lui e il suo sindacato hanno lavorato e continueranno a farlo solo per una fase “pre-politica”.

Insomma, i cattolici più in vista riunitisi a Todi per uscire – secondo loro – dalla irrilevanza in cui erano caduti con Berlusconi (ignorando bellamente tutte le battaglie fatte e vinte in quel periodo, battaglie che non avevano visto loro come protagonisti) nel momento di metterci la faccia si tirano indietro, oppure, come nel caso delle Acli, mostrano quel che qualcuno suggeriva sommessamente fin dall’inizio, e cioè che si trattava di generali che le truppe non avrebbero seguito.

E’ insomma emersa tutta la contraddittorietà già evidente al primo raduno di Todi, volutamente ignorata dalla maggior parte dei commentatori: il Card. Bagnasco, aprendo i lavori, aveva indicato la strada dell’impegno dei cattolici in politica con uno dei suoi discorsi più limpidi sulla priorità dei valori non negoziabili.

Discorso totalmente ignorato dagli stessi protagonisti dell’incontro umbro, i quali hanno invece usato l’enorme visibilità mediatica dell’evento per attaccare il governo Berlusconi, già in difficoltà. Ma se i cattolici non hanno nella loro agenda – che adesso va tanto di moda, ognuno fa la sua – innanzitutto i valori non negoziabili, come il Papa non si stanca mai di ripetere, lui sì, mettendoci la faccia ed esponendosi a violenti attacchi mediatici, come potranno mai distinguersi? Se proprio sui principi non negoziabili sono disposti a transigere, a svenderli in cambio di qualche alleanza furbesca, cosa hanno di diverso dagli altri? Niente. Al massimo la volontà – legittima, si intende – di entrare in gioco portando le proprie personali opinioni e preferenze, esattamente come tutti gli altri politici.

E quindi, perché impegnarsi, perché sporcarsi le mani con una campagna elettorale in cui bisogna mettercela, la faccia, senza poi potersi neppure coprire con le garanzie che la faccia di Monti darebbe? Domani l’ex premier alla sua conferenza stampa dovrebbe chiarire definitivamente cosa farà per le prossime elezioni. Chi scrive ha sempre pensato – e scritto – che lui potrebbe essere il federatore di tutti i moderati, e allora sarebbe veramente interessante il suo impegno. Se invece decidesse di schierarsi solo con una parte, magari solo con le forze di centro e qualche singolo ex-Pdl, allora non ne varrebbe la pena.

Ma se negli ultimi giorni ci sono state tante precisazioni e prese di distanza per dire che nessuno ha mai avuto intenzione di fare politica (della serie “io non c’ero e se c’ero dormivo”) possiamo dedurre che, anche se ancora non è ufficiale, Monti non ci sarà, altrimenti avremmo assistito a un entusiastico arrembaggio per salire sulla sua nave. Ne riparleremo domani.