Hu Xijen, il direttore del Global Times, che è testata gestita dallo Stato cinese, ha dichiarato che i rapporti fra l’Australia e la Cina potrebbero deteriorarsi come quelli fra Pechino e Washington. Ha inoltre aggiunto, usando una metafora piuttosto significativa, che “l’Australia è sempre lì, a creare problemi. E’ un po’ come una gomma da masticare attaccata alla suola delle scarpe della Cina. A volte devi trovare una pietra per strapparla via”.
Vietato porre domande alla Cina dunque. E questo vale sia se le domande provengono dalle voci interne del Paese, sia se i questi posti arrivano da altri Stati. A La pena può essere una ritorsione sul piano commerciale, e magari non solo. Hu Xijen ha infatti continuato: “Passata l’epidemia, dobbiamo avere maggiore consapevolezza del rischio quando facciamo affari con l’Australia e anche quando inviamo i nostri figli a studiare là”.
Affermazioni non di poco conto quelle apparse sulla stampa cinese, dato che il principale partner commerciale dell’Australia è proprio il colosso asiatico, che negli ultimi anni secondo i
dati della Farnesina 9 ha esportato nel continente australiano circa il 30% del totale delle merci per un valore di oltre 400 miliardi di dollari e importato circa il 18% delle importazioni totali, per un valore di oltre 70 miliardi di dollari. A supportare le tesi della stampa cinese, anche quelle dell’Ambasciatore Jingye Cheng di stanza a Camberra che all’Australian Finacial Review ha affermato come l’avanzare di un’inchiesta alla Cina sul nuovo coronavirus potrebbe causare un boicottaggio commerciale: “Forse la gente comune dirà: -Perché dovremmo bere vino australiano? Mangiare manzo australiano?”.
A seguito di tali dichiarazioni, i contatti diplomatici tra i due Paesi sono divenuti più tesi. In particolare, tra l’Ambasciatore cinese Cheng Jingye e il Segretario del Dfat (Dipartimento degli affari esteri e del commercio australiano) Frances Adamson che sostiene la necessità di avviare un’indagine sulle origini del virus del morbo pandemico. Non dobbiamo dimenticarci neppure che, come rivelato da un’
inchiesta giornalistica della Cnn, in Cina tutte le ricerche scientifiche sulle origini del nuovo coronavirus devono necessariamente essere sottoposte a controlli delle autorità governative cinesi.
Sulla questione, infine, è intervenuto il Primo ministro Scott Morrison, che ha invitato le nazioni membri dell’Organizzazione mondiale della sanità a supportare un’indagine indipendente sull’origine e sulla diffusione del coronavirus Sars-Cov-2, ribadendo che l’Australia premerà per un’indagine internazionale presso l’assemblea dell’OMS il prossimo 17 maggio.