L’Australia e gli “ingressi” ridotti

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L’Australia e gli “ingressi” ridotti

21 Aprile 2017

Per chi vuole lavorare nella terra dei canguri ancora restrizioni. Il governo conservatore australiano, infatti, annuncia nuove sostanziali restrizioni ai test di cittadinanza. E’ richiesta una sempre maggiore conoscenza dell’inglese e il periodo di residenza si allunga: non più, ma quattro anni. Agli aspiranti cittadini è chieto di dimostrare la propria integrazione nella società sul serio, non come in Europa. E’ così che oltre al requisisto minimo di un posto di lavoro c’è il pagamento delle tasse, l’iscrizione ad associazioni e la frequenza dei figli a scuola.

E se prima c’era la possibilità di provare un numero illimitato di volta il test di cittadinanza, adesso, dopo tre tentativi falliti bisognerà aspettare due anni per riprovare. Un test di cittadinanza che sarà aggiornato per valutare l’aderenza ai “valori australiani”, ha voluto sottolienare il primo ministro Malcolm Turnbull. In Australia il concetto la cittadinanza comporta delle responsabilità prima che dei privilegi è piuttosto scontato.

Notevolmente ridotte da 651 a 436 le qualifiche aventi diritto, mentre verrà impedito che il visto temporaneo di lavoro apra la strada, diventata altrove ovvia, a quello di residenza. Il visto 457, che continuerà a essere disponibile per alcune professioni come infermieri e cuochi, era stato creato per ovviare a carenze di manodopera qualificata ma era soggetto ad abusi da parte di imprese che pagavano a lavoratori stranieri salari che gli australiani non avrebbero accettato.