L’Aventino minacciato da Alfano toglie voti a Grillo

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L’Aventino minacciato da Alfano toglie voti a Grillo

11 Marzo 2013

L’Aventino minacciato dal segretario del Pdl Alfano, che oggi incontra il Presidente Napolitano, è l’extrema ratio davanti alla tenaglia giudiziaria (Milano chiama, Napoli risponde) che vuol mettere nell’angolo il Cavaliere. Ma dopo il blitz di ieri al Tribunale di Milano – la marcia silenziosa degli Azzurri che hanno attraversato il centro della città meneghina puntando al Palazzo di Giustizia – e in attesa della grande manifestazione di fine Marzo, il Pdl vuole sfidare Grillo riprendendosi i temi classici del forzismo. 

Lo schema sarebbe quindi quello di "non partecipare alle sedute iniziali del Parlamento", come ha spiegato ieri Alfano, una mossa che, se pure non dovesse realizzarsi, mette in cantina l’idea di una riconciliazione nazionale con il Pd, considerando anche il fatto che la sinistra, ancora una volta, non riuscendo a scalzare il Cav. con il voto, aspetta che il colpo di grazia lo infligga la magistratura.

Non si tratta tanto di aprire a Grillo che del resto, pur di prendere voti a sinistra, ha sposato il giustizialismo antiberlusconiano, se mai la marcia di ieri, la minaccia dell’Aventino, la manifestazione di fine Marzo, vanno tutte nella direzione di ridare voce e forza alla base "movimentista" e arrabbiata del partito, irretita dal comico ma che magari si è astenuta e adesso va riconquistata.

Come? Riabbracciando i cavalli di battaglia classici del forzismo. Abolizione dell’Imu ovvero domare la bestia fiscale, riduzione del numero dei parlamentari, dei costi della politica e della spesa pubblica, riforme istituzionali. Il vecchio programma di Forza Italia. E’ in questo modo che si possono togliere voti ai 5 Stelle, puntando a quell’elettorato troppo giovane per ricordarsi cosa fu la discesa in campo del Cav. nel ’94 e a quello troppo vecchio per dimenticarsene.

Consolidare la propria base tradizionale, dunque, guardando agli elettori dai 18 ai 40, intercettando cioè quel "revanscismo generazionale", come lo ha definito Il Mulino, esploso il 24 e 25 Febbraio.