Lavitola va arrestato: la decisione del gip spariglia di nuovo le carte

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Lavitola va arrestato: la decisione del gip spariglia di nuovo le carte

14 Ottobre 2011

di A.R.

Stando all’ultima puntata dell’inchiesta sulle escort, il gip della Procura di Bari, Sergio Di Paola, ha da poco depositato il nuovo ordine d’arresto per Valter Lavitola, accusato del reato di induzione a mentire ai danni di Giampaolo Tarantini. La decisione del gip è arrivata ieri a respingimento della richiesta, avanzata dal procuratore Pasquale Drago, di revocare per mancanza di gravi indizi di colpevolezza il provvedimento d’arresto già emesso nei confronti del faccendiere, che risulta ancora latitante.

In sostanza, Di Paola si allinea alla ricostruzione dei magistrati di Napoli, secondo la quale Lavitola, inizialmente accusato di estorsione ai danni del premier Berlusconi, avrebbe invece commesso un altro reato: e cioè avrebbe indotto Tarantini a mentire ai pm baresi sulla consapevolezza del presidente del Consiglio che quelle portate dall’imprenditore barese nelle sue ville tra il 2008 e il 2009 fossero delle escort. Una tesi che si regge su alcune intercettazioni, riprese dal Tribunale del Riesame di Napoli e contenute nel fascicolo dell’inchiesta barese sul favoreggiamento della prostituzione, ritenute dai giudici «emblematiche della reticenza delle dichiarazioni di Tarantini in ordine alla piena e indiscutibile consapevolezza da parte del presidente del Consiglio della qualità di escort delle ragazze presentategli dall’imprenditore barese». Dunque, si ipotizza che a indurre Tarantini a mentire sia stato Lavitola. Il passo successivo potrebbe essere quello di coinvolgere anche Silvio Berlusconi, indagando sulla sua eventuale complicità con il faccendiere nell’intento di non far emergere verità che avrebbero potuto compromettere la sua immagine.

La Procura di Bari, a questo punto, ha deciso di verificare l’attendibilità delle dichiarazioni rese dall’imprenditore ai pm di Bari. Le verifiche riguarderanno tutti gli interrogatori di Tarantini e tutte le inchieste, anche quelle sulla sanità, nella speranza di mettere ordine in una vicenda tanto complessa e indecifrabile quante sono le intercettazioni, gli interrogatori, le ipotesi di reato avanzate dai magistrati e le brusche inversioni di rotta che hanno portato più volte al capovolgimento delle indagini.

Di fronte a una situazione del genere, in cui è sempre più difficile trovare il bandolo della matassa e tracciare un quadro chiaro al netto dello scontro tra le diverse Procure, intanto il Guardasigilli Francesco Nitto Palma ha già composto la squadra di ispettori ministeriali che prima andranno a Napoli e poi, nel giro di dieci giorni, saranno a Bari per verificare eventuali irregolarità nella conduzione delle inchieste. Una decisione, quella del Ministro della Giustizia, che non è piaciuta all’Associazione Nazionale dei Magistrati, convinta che l’iniziativa possa in qualche modo "interferire sullo svolgimento dell’attività giudiziaria". Una preoccupazione non condivisa dal vicepresidente del Csm, Michele Vietti, il quale ha ricordato che "gli ispettori sono magistrati e sapranno rispettare l’autonomia e l’indipendenza dei colleghi". Per Vietti, "bisogna fare il massimo sforzo per la leale collaborazione tra istituzioni".

Dunque, si resta in attesa di capirne di più. L’unica cosa al momento certa è che saranno ancora molte le puntate di questa vicenda giudiziaria. E c’è motivo di pensare che, come del resto è avvenuto finora, il pubblico di spettatori le seguirà in diretta, se non addirittura in anteprima.