Lavoro. Cazzola (Pdl): “Riforma sia giudicata nel suo insieme”
21 Marzo 2012
di redazione
"Il progetto di riforma del mercato del lavoro si basa su di una mediazione tra migliori tutele in entrata e minore rigidità in uscita dal rapporto di lavoro. E’ il risultato di questo scambio nel suo complesso che va giudicato, senza accanirsi su di un solo punto per quanto importante esso sia".
Questa l’opinione sulla riforma del lavoro data dall’Onorevole Giuliano Cazzola (Pdl), vice presidente Commissione Lavoro della Camera, che continua: "A mio parere, la riforma merita severe critiche per la mancanza di equilibrio in una mediazione politica contraddistinta da un inaccettabile pregiudizio a carico dei rapporti di lavoro flessibili, a fronte di una cauta revisione dell’articolo 18".
Per Cazzola, "la riforma non favorirà l’occupazione perché è illusorio ritenere che le aziende assumeranno a tempo indeterminato per effetto di vincoli normativi vessatori. Non esiste una scorciatoia normativa alla stabilità.La tutela dei rapporti flessibili – continua il parlamentare – avrebbe dovuto poggiare su di un nuovo sistema di ammortizzatori sociali, per il quale non vi sono adesso adeguate risorse".
E sull’intervento di Monti, Cazzola riconosce "di aver udito in una prova difficile come l’attuale, parole degne di un grande statista: le stesse che sentii pronunciare da Bettino Craxi nel 1984 nella vicenda della scala mobile e da Giuliano Amato nel 1992 quando il Paese fu salvato dalla bancarotta. Anche in quelle occasioni la Cgil e la sinistra si schierarono dalla parte sbagliata".