Lavoro. Cisl, 123mila posti a richio nel 2013. Bonanni: “Il 2 giugno c’è poco da festeggiare”

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Lavoro. Cisl, 123mila posti a richio nel 2013. Bonanni: “Il 2 giugno c’è poco da festeggiare”

02 Giugno 2013

Secondo le previsioni della Cisl, in Italia 123mila posti di lavoro sono a rischio nel 2013, che vanno ad aggiungersi ai 674mila persi dall’inizio della crisi negli ultimi 5 anni. L’Italia dal 2008 ha perso il 6% di Pil, il 4,3% di consumi delle famiglie, il 20% di investimenti. Numeri da far tremare i polsi. Il rapporto Cisl fa notare che esuberi e licenziamenti hanno iniziato a colpire anche aree tradizionalmente "protette" come ministeri, pubbliche amministrazioni, settore bancario. Il dato più preoccupante secondo lo studio del sindacato è quello relativo all’edilizia, dove a rischio sono oltre 12mila posto di lavoro. I 123mila posti a rischio, secondo Cisl, diventano 300mila se si considera la Cig ordinaria. Bonanni, il segretario Cisl, dichiara "E’ il 2 giugno, ricorrenza importante per gli italiani, ma c’è poco da festeggiare". Secondo Maurizio Sacconi, presidente della commissione Lavoro del Senato, "E’ doveroso e possibile mobilitare la nazione per un piano del lavoro idoneo ad includere  giovani ed anziani, donne e uomini, normodotati e diversamente abili, perché un mercato del lavoro quando è efficiente include tutti tanto quanto, quando non lo e’ , esclude tendenzialmente tutti, anche se a partire dai più deboli. Ed un piano del lavoro inclusivo deve essere pragmatico e sperimentale, senza pregiudizi, orientato ad obiettivi misurabili senza tentazioni autoreferenziali come quelle determinate dalle corporazioni pubbliche.  Esso deve comprendere decisioni sul sistema educativo di ogni ordine e grado in funzione dell’occupabilità dei giovani, semplificazioni nette per la promozione dell’apprendistato, generale revisione sperimentale delle regole del lavoro, riduzioni mirate del costo indiretto del lavoro, detassazione dei salari per incentivarne il collegamento con la produttività, relazioni industriali cooperative, allungamento della vita lavorativa ad ogni costo (del lavoro), servizi pubblici e privati per l’impiego remunerati a risultato, sussidi collegati al rientro al lavoro. Ed ancora, coraggiose deregolazioni sulla più generale gestione d’impresa e sulla sua leale collaborazione con il fisco quando produce occupazione aggiuntiva".