L’avventura più incredibile che mi sia mai capitata

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L’avventura più incredibile che mi sia mai capitata

14 Agosto 2008

Oggi al mare ci hanno detto che stasera sulla spiaggia di San Teodoro ci saranno dei falò per festeggiare il ferragosto, e che ci andranno tutti. Quindi siamo tornati prima a casa per riposarci ed essere in forma più tardi.

Io sinceramente non so che fare. Non mi va di dormire e mi annoio a morte.

 

Mi sdraio un po’ sul divano e ripenso alla foto di stamattina di Federica Pellegrini, la nuotatrice italiana che ha conquistato l’oro olimpico dei 200 stile libero stabilendo anche il primato mondiale, e sorrido: le si leggeva proprio la commozione negli occhi mentre baciava la medaglia, e devo dire che era molto carina.

 

Chissà come ci si sente a stabilire un record mondiale, lei aveva battuto tutti i record! Prima italiana, prima donna, oltre che prima nella gara.

 

Mi addormento e sogno di essere un campione olimpico di nuoto: nelle altre corsie tutti ragazzi con fisici pazzeschi, ma io li batto tutti, in tutti gli stili, e vinco primo, secondo e terzo posto. I giornali parlano di un successo incredibile, e sulle foto io che bacio le medaglie.

 

Quando mi sveglio è già ora di uscire.

 

È la prima sera che usciamo da quando siamo qui. Quando finalmente sono pronte anche le ragazze ci imbarchiamo verso San Teodoro e raggiungiamo la spiaggia dei falò.

 

È uno spettacolo unico: c’è gente ovunque, vestiti o anche in costume.

 

Ci sono decine di falò, con intorno ragazzi di tutti i tipi, da giovanissimi a non più giovani, chi con le chitarre, chi con le grigliate, chi con le radio, chi con i bonghi.

 

Molti sono già in mare, si schizzano, ballano, si baciano.

 

Noi ci dirigiamo verso un falò diciamo così, per adulti, molto più noioso degli altri: organizzato da un chiosco con sedie e sdraio, con tanto di servizio dei camerieri. Prendiamo posto abbastanza lontani dal fuoco, più vicino non c’era.

 

Dopo un po’ Giovanni mi chiede: “Mario, ma quella non ti sta guardando?”. “Quale?”. “Quella” me la indica.

 

Una ragazza un po’ in carne con una fossetta fra i denti continuava a fissarmi ammiccante. Io non sapendo cosa fare e le rimando un sorriso.

 

Istantaneamente questo diventa l’argomento di discussione del nostro tavolo, ed è tutto quello che io non voglio.

 

In più non mi andava di restare in quella situazione “normale” quando poco più in là c’era quella paradossale di prima, e mi alzo: “Io torno ai falò non organizzati” dico.

 

“Ma come Mariuccio dove vai?” mi chiede Marta. “Mario ma che ti succede?” mi chiede Mara. “Niente” rispondo: “Vado lì perché mi sembra più divertente”.

 

“Certo che Mario è proprio cambiato…” sento che dicono mentre mi allontano, ma non mi interessa, voglio solo tornare in mezzo alla vita.

 

Tutto quel chiasso e musica e gente mi fanno sentire vivo. Quando arrivo abbastanza vicino resto attonito a guardare e sento una voce di donna troppo vicina per non voler parlare con me dire: “Ciao”.

Mi giro e vedo la ragazza con la fossetta che mi sorride. “Ciao” le rispondo.

 

“Sei solo?”.

 

Ma che vuole questa?

Sì, cioè no. Sono con degli amici ma loro sono rimasti al tavolo”.

 

Sorride. “Ti va di fare un giro?” mi propone.

 

Effettivamente era esattamente quello che volevo fare: “Ok” accetto.

 

Mentre camminiamo lei si gira diverse volte per sorridermi. Io non so mai che fare, quindi le sorrido indietro. Finché improvvisamente non mi ferma e mi bacia, in bocca.

 

Mi prende così alla sprovvista che mi mette quasi paura: è da tantissimo che non bacio una ragazza e temo di non ricordare come si faccia.

 

Ma dopo pochi secondi si è già staccata.

 

Non so cosa dire, allora le chiedo: “Scusa, ma tu come ti chiami?”.

 

Lei sorride di nuovo mostrando tutta la sua fossetta e mi prende la mano. Finalmente capisco a chi assomiglia: è identica alla scoiattolina che si innamora di Mago Merlino sempre ne “La spada nella roccia”. Solo che non glielo posso dire, temo che si offenderebbe.

 

Lei continua a tirarmi senza nemmeno rispondere alle mie domande, e mi rendo conto che è inutile porgliene. Mi lascio solo trascinare per il resto della serata in quella che si rivelerà l’avventura più incredibile che mi sia mai capitata.