Le 96 ore di Khalid Chaouki

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Le 96 ore di Khalid Chaouki

23 Dicembre 2013

Il deputato del Pd Khalid Chaouki si è rinchiuso nel Cie di Lampedusa protestando contro le indegne condizioni di vita nel centro e dicendo che nessuno dei 220 immigrati presenti dovrebbe trovarsi lì perché per legge non si può restare in un Cie per più di 96 ore. Chaouki si richiama, ci sembra di capire, a una sentenza del Tribunale di Torino che con una ordinanza ha stabilito la illegittimità del trattenimento nei Cie oltre le 96 ore, sulla base di una interpretazione della normativa sulla immigrazione. Ma se pure si volessero interpretare in modo estensivo le norme sulla privazione della libertà personale, significherebbe che, dopo le 96 ore, cioè i 4 giorni necessari alla convalida del provvendimento di allontanamento, gli immigrati potrebbero essere espulsi (almeno in teoria si trovano nei Cie per questo). Dunque in tempi molto più serrati di quanto avviene normalmente. Se non fosse che chi è entrato in Italia in modo illegale può contare sul supporto legale fornito dai programmi finanziati dalla Commissione europea e dal ministero dell’Interno con l’UNHCR, Croce Rossa, Save the Children e altre organizzazioni umanitarie. Lo Stato insomma paga per l’intero processo di identificazione ed espulsione ma nello stesso tempo assicura agli immigrati anche la tutela legale e dunque la possibilità di restare in Italia. In contraddizioni come questa è racchiusa la provocatoria protesta di Chaouki.