Le banche popolari al fianco dei produttori agricoli
09 Febbraio 2010
Anche per il settore agricolo, come per tutte le altre branche del sistema produttivo italiano, il 2009 è stato un anno estremamente difficile. La diffusione degli effetti della recessione sull’economia reale durante i primi mesi dell’anno passato ha determinato, infatti, nel settore primario una riduzione del 25% della redditività media con effetti pesanti sui bilanci delle aziende agricole e zootecniche.
Anche in questo settore, le Popolari si sono distinte per il supporto fornito. Il legame profondo e solido con il territorio, che da sempre le contraddistingue, insieme con la loro mission originaria tesa a favorire l’accesso al credito agli operatori economici più piccoli, descrive in modo chiaro e netto la vocazione storica delle Banche Popolari ad essere costantemente al fianco dei produttori agricoli e a sostenerli ancor di più nei momenti caratterizzati da un maggiore fabbisogno finanziario.
Un rapporto che nel tempo, malgrado le profonde trasformazioni che hanno attraversato sia i territori sia il sistema bancario, non è venuto mai meno, come confermano i numeri.
A settembre 2009, gli impieghi sono cresciuti in un anno dell’8,4% – in linea con gli anni precedenti – contro solo il 2,6% del totale nazionale. Questo dato si accompagna con un indice sulla qualità del credito erogato, espresso dalla percentuale degli impieghi problematici di un punto sotto la media (4,9% contro 5,9%).
Tali risultati costituiscono la derivazione diretta della presenza delle Banche Popolari sul territorio che esalta il concetto di prossimità. In dettaglio, circa il 7% della rete distributiva delle Banche Popolari si trova in sistemi produttivi a vocazione prevalentemente agricola, rispetto al 5,3% delle altre banche e, all’interno di tali aree, in quasi un terzo dei comuni italiani, (circa 400) l’unico sportello di riferimento è quello di una banca del Credito Popolare.
Proprio la solidità del legame tra Banche Popolari e agricoltura, espressa dai risultati ricordati, insieme alle aspettative di una ripresa prossima della domanda rappresentano quegli elementi essenziali che possono contribuire a creare le condizioni per una nuova crescita del settore in termini di produzione lorda e di occupazione nei prossimi mesi.
In particolare, si stima che nei prossimi anni potrà aumentare la domanda di manodopera specializzata e qualificata, come quelle connesse alla ricerca e allo sviluppo di energie da fonti rinnovabili in agricoltura, all’ecoturismo e al turismo gastronomico. Senza contare la domanda di personale specializzato che proverrà dalle aziende legate alla vendita e alla produzione di macchine agricole.
Un fermento e una vitalità confermate anche nella recente Fieragricola che si è tenuta a Veronafiere, e che ha visto partecipare un numero di espositori (oltre 1.300), sia italiani che stranieri significativamente superiore a quello delle precedenti edizioni.
La storia, la mission e i dati più recenti ci dicono, pertanto, che le Banche Popolari, dopo essere state al fianco delle aziende agricole nei momenti più delicati della crisi, sono destinate, in quanto banche del territorio, a consolidare la loro funzione di punto di riferimento per il settore primario. Un ruolo che non si limiterà solo a fornire gli strumenti necessari al sostegno vitale delle aziende coltivatrici e allevatrici ma anche a contribuire con adeguate risorse al rilancio della produzione agricola e zootecnica.
* Segretario Generale, Associazione Nazionale fra le Banche Popolari