Le Banche Popolari essenziali per l’economia del Sud

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Le Banche Popolari essenziali per l’economia del Sud

Le Banche Popolari essenziali per l’economia del Sud

18 Luglio 2019

Nei giorni scorsi è stato pubblicato il quaderno Svimez sugli atti del rapporto 2018 dal titolo “L’economia e la società del Mezzogiorno nella stagione dell’incertezza”. Proprio l’incertezza è uno degli elementi che sta penalizzando in misura maggiore l’economia delle regioni meridionali già duramente provate dagli anni di recessione determinata dalla crisi del 2007. Ai ritardi storici che si sono succeduti e che hanno portato progressivamente alla deriva il Mezzogiorno dal resto del Paese si sono aggiunte, negli ultimi anni, le rigidità ed i vincoli introdotti dall’Unione Europea sui conti pubblici limitando le possibilità di intervento dello Stato attraverso adeguati piani di investimento.

La situazione oggi è quella di un Mezzogiorno in crisi cronica. Negli ultimi dieci anni, infatti, il Prodotto Interno Lordo è sceso di quasi il 10 per cento, contro un calo del 4 per cento registrato nel Centro-Nord. Il tasso di disoccupazione giovanile ha raggiunto nel meridione il 35 per cento, mentre nel resto del Paese è meno della metà (17 per cento circa). Inoltre, secondo l’ultimo annuario statistico dell’Istat, nelle regioni del sud si concentrano 1,2 milioni di imprese su un totale di quasi 4,4 milioni diffuse in tutto il territorio nazionale, per un’incidenza del 28 per cento. Il peso del valore aggiunto aziendale prodotto nel Mezzogiorno è pari al 16,6 per cento e del fatturato al 14,8 per cento.

In questa complessa spirale di congiuntura e di più stringenti vincoli europei, un ruolo importante e, dobbiamo riconoscerlo, insostituibile è stato svolto dalle Banche Popolari che hanno rappresentato un punto di riferimento in un contesto di mercato divenuto via via più fragile. Negli ultimi dieci anni gli impieghi vivi delle Banche Popolari con sede nel meridione sono aumentati di quasi il 14 per cento contro un dato di sistema del 5,5 per cento. In particolare, negli ultimi cinque anni le banche al Sud del Credito Popolare hanno aumentato il credito erogato dell’1,7 per cento, mentre il totale delle banche con sede nel Mezzogiorno hanno registrato un calo di quasi il 50 per cento. A tutto ciò si aggiungono i flussi di nuovi finanziamenti a PMI e famiglie che per le Popolari sono stati pari a 115 miliardi di euro per le aziende minori e a 39 miliardi di euro per i mutui delle famiglie. Un impegno che ha inevitabilmente avuto prevedibili riflessi sulla qualità del credito, viste le molteplici cronicità del tessuto produttivo del Mezzogiorno, ma comunque nella prospettiva di sostenere il potenziale produttivo dell’area ed evitare una più accentuata e drammatica desertificazione dell’economia reale. Che il ruolo delle Banche Popolari sia ancora oggi più centrale che mai nel sud del Paese lo dimostra anche il numero degli istituti che rientrano fra le banche “non significant” con sede nel meridione, 9 Popolari su un totale di 16 a cui si aggiungono le BCC, e l’attività che le stesse hanno portato avanti nei mesi scorsi attraverso una cartolarizzazione in pool dei crediti deteriorati (la prima in tal senso operata da banche italiane) che ha permesso di assicurare una costante continuità operativa a favore dei territori e delle comunità di riferimento.

Dal riconoscimento di questo ruolo, e soltanto da esso, è possibile per le Popolari raggiungere un obiettivo chiaro e fondamentale in questa fase: ampliare e preservare, anche per il futuro, il ruolo del Credito Popolare nel sistema finanziario italiano anche, ma non solo, individuando nuovi assetti di collaborazione e cooperazione fra le banche e riconfigurando, per rafforzarlo, il rapporto generativo con il corpo sociale. In questa ottica tutte le banche si sentono coinvolte in un progetto comune ampio, di crescita, ma anche di cambiamento.

Anche il problema degli NPL, frutto avvelenato della crisi economica, è di primaria importanza e per questo si sta ulteriormente lavorando su un progetto comune, sulla formazione, sui servizi fiscali e alle imprese, sulle strutture di advisory. Si proseguirà con l’individuazione di ipotesi applicative in tema di back-office, sistemi informativi e data pooling comuni per la validazione dei modelli interni di rating finalizzate a rendere le strutture operative ancora più allineate ai nuovi standard competitivi. In una situazione di contesto di mercato estremamente deteriorato e incerto, ma che la Categoria non teme, è ormai avviato un processo evolutivo che porterà ad individuare le soluzioni più adatte per poter costruire una presenza nel Mezzogiorno più efficace ed efficiente.

*Segretario Generale Associazione Nazionale fra le Banche Popolari