Le Banche Popolari finanziano la ripresa dando ossigeno alle imprese
13 Novembre 2009
Il rafforzarsi delle aspettative di ripresa economica – i maggiori centri di ricerca concordano nel posizionare un recupero significativo dell’attività produttiva a partire dalla metà del prossimo anno – sta muovendo l’interesse degli osservatori del credito verso nuovi interrogativi. Se, fino ad ora, ci si era preoccupati della stabilità delle aziende di credito e della loro capacità di erogare affidamenti anche in presenza di un mercato interbancario sostanzialmente “congelato”, adesso la domanda principale riguarda le prospettive di finanziamento della ripresa. Attualmente, infatti, la domanda di impieghi per investimenti da parte delle imprese si è di fatto azzerata, ma, quando il motore della produzione riprenderà a girare, saranno in grado le nostre banche di fare fronte alla prevedibile crescita della domanda di denaro fresco?
E’ una risposta alla quale il comparto delle Banche Popolari è pronto a dare una risposta affermativa. Le stime elaborate dall’Associazione, basate sull’andamento nei primi nove mesi di quest’anno sono in linea con le attese ed indicano una stabilizzazione del ritmo di incremento del credito, che dovrebbe aumentare già negli ultimi mesi dell’anno (+5,2% a dicembre).
Quello che si sta osservando è una maggiore reattività delle Banche Popolari rispetto agli effetti della crisi, che si traduce in dinamiche di intermediazione ormai sempre più compatibili con un quadro di riferimento di espansione dell’economia, che sta progressivamente perdendo le connotazioni del ristagno. Un risultato che la Categoria ha conseguito soprattutto in virtù di politiche mirate alla prossimità al territorio ed al costante sostegno alla piccola e media imprenditoria. Tale prossimità e la volontà, che da essa discende, di essere elementi propulsivi nei sistemi locali hanno dato ulteriore impulso alla crescita delle Banche Popolari, che hanno guadagnato un numero via via crescente di nuovi clienti negli ultimi mesi.
In un ottica di più lungo periodo, infatti, le Popolari hanno contrapposto alla più profonda contrazione degli investimenti degli ultimi decenni, flussi di nuovi affidamenti particolarmente elevati, garantendo così ossigeno alla crisi di liquidità delle imprese.
Allo stesso modo, in virtù di relazioni di fiducia con il tessuto imprenditoriale ancor più intense maturate durante il rallentamento dell’economia esse sapranno essere protagoniste della ripresa, così come indicano le stime dell’Associazione, secondo le quali la crescita tendenziale degli impieghi dovrebbe accelerare oltre al 6% nel 2010, anche in coincidenza con ritmi di incremento della raccolta diretta superiori all’8%.
Alla reattività nei confronti della crisi delle Banche Popolari farà seguito, quindi, stando alle evidenze sin qui disponibili, quella che potrebbe essere definita proattività rispetto alla ripresa. Il Credito Popolare, grazie alle sue caratteristiche distintive, si candida ad anticipare il recupero dell’economia e ad assecondare la nuova fase espansiva del settore produttivo.
Pochi mesi ci separano ormai dall’appuntamento con una congiuntura auspicabilmente più favorevole, ma le basi per sfruttare appieno le potenzialità offerte dal mutato quadro di riferimento, almeno per quanto riguarda le Banche Popolari, sono già state poste. E si tratta di basi solide ed affidabili come solo un movimento che vanta 150 di storia e di fedeltà ai propri principi può dare. Senza eccessivi entusiasmi, perché il successo si ottiene solo con impegno e costanza, si può però guardare con maggiore ottimismo al futuro economico del nostro Paese.