Le banche Popolari sono sempre più protagoniste del Terzo settore

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Le banche Popolari sono sempre più protagoniste del Terzo settore

Le banche Popolari sono sempre più protagoniste del Terzo settore

14 Marzo 2012

Nei rigori della crisi finanziaria ed economica in corso, il volontariato e il terzo settore rischiano di essere più esposti di altri comparti, per effetto della crescente domanda di servizi e, allo stesso tempo, per la contrazione dei fondi disponibili. Infatti, il quadro della situazione risulta molto grave, soprattutto per quanto riguarda la raccolta dei fondi.

Le organizzazioni non profit (Onp) hanno fatto registrare un calo molto significativo delle proprie raccolte fondi da privati (cittadini e imprese) soprattutto nel periodo natalizio. Rispetto al 2010, sono aumentate di 27 punti percentuali le Onp che hanno sofferto nella raccolta fondi natalizia 2011.

È questo un dato in linea con le raccolte fondi relative a tutto il 2011, che registrano un calo del 26% rispetto all’anno precedente. Analizzando le entrate totali del 2011, i risultati confermano questo peggioramento, con una diminuzione (-21%) del numero delle Onp che migliorano i propri conti. Questi valori fanno pensare a un 2011 tristemente in linea con i risultati del 2009, l’anno più critico registrato nella storia recente del terzo settore.

Spesso si dimentica che questo è un settore di tutto rilievo che si stima arrivi a sfiorare il 5% del Pil, occupando in forma retribuita 750.000 persone e più di 3 milioni di volontari. Difatti, il non profit, con i suoi 4 milioni di operatori pari al 18% del totale dei lavoratori italiani, rappresenta il più grande “contenitore sociale” in Italia, ma anche il più qualificato, essendo costituito per oltre il 70% da laureati. Secondo i dati più aggiornati sono ben 221.000 le associazioni non profit che restituiscono a circa 20 milioni di italiani servizi di assistenza, di cura alla persona, all’ambiente e ai beni culturali.

In un periodo come quello che stiamo attraversando sarebbe importante, quindi, che fosse riconosciuta la funzione pubblica e di vera autonomia dei soggetti sociali, non considerandoli più come semplici supplenti o sostituti, a cui ricorrere in caso di bisogno.

Gli stessi valori che guidano i soggetti operanti nel terzo settore, trovano ampio e concreto riconoscimento nel modello operativo delle banche Popolari, imprese civiche, che da sempre hanno privilegiato la social option‘ per una crescita duratura e sostenibile delle comunità e dei territori.

Anche per questa ragione, nel corso del 2011 è aumentato il sostegno del credito Popolare proprio nei confronti del terzo settore, come testimonia la crescita degli impieghi del 7,1%, 2 punti percentuali in più del sistema bancario.

L’importanza che la cooperazione bancaria riconosce a queste organizzazioni è riscontrabile anche osservando il peso degli impieghi nei loro confronti, pari allo 0,8%, un quarto di punto in più del dato medio nazionale. Lo scorso anno il credito Popolare ha scelto di sostenere il settore con erogazioni pari a circa 3 miliardi di euro, che rappresenta il 30% dell’importo complessivamente finanziato dal sistema bancario.

L’azione delle banche Popolari si è, inoltre, contraddistinta per una migliore efficienza allocativa. Difatti il rischio insito nella concessione di credito, misurato dal rapporto fra sofferenze e impieghi è stato nel 2011 pari al 4,7%, oltre mezzo punto percentuale al di sotto della media. Lo stesso è avvenuto con riferimento ai finanziamenti al terzo settore, che hanno mostrato un rapporto sofferenze su impieghi pari al 3%, quasi 1 punto percentuale più basso del dato nazionale.

La cooperazione bancaria, che ha fatto della trasparenza e della produzione di valore sociale la propria mission, sta dimostrando, in questo momento di crisi, di essere capace di proporre un modello economico sostenibile, di dare credito all’economia reale, riscuotendo così sempre maggiori consensi.

In questo contesto, per mezzo del forte radicamento a livello locale, le banche Popolari sono in grado di contribuire a generare stabilità, attraverso la redistribuzione e il reinvestimento dei profitti a livello locale e, ove possibile, la promozione di una cultura imprenditoriale, il collegamento delle attività economiche alle esigenze locali, il sostegno ad attività potenzialmente più esposte ai rigori della recessione e la generazione di capitale sociale. E ciò nell’ottica di contribuire a creare un modello economico sostenibile in cui la persona è posta sempre al centro.

* Segretario Generale Associazione Nazionale fra le Banche Popolari