Le candidate dell’Idv in corsa per l’Ue sono nuove solo per Di Pietro

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Le candidate dell’Idv in corsa per l’Ue sono nuove solo per Di Pietro

22 Aprile 2009

Una volta era diverso. Nella Prima Repubblica quando un leader politico, medio o grande che fosse, annunciava le candidature del proprio partito per una competizione elettorale piuttosto che alla guida di un qualunque ente pubblico, prima, ci rifletteva su. Un Craxi o un Berlinguer non avrebbero mai annunciato in pompa magna alla stampa, nomi e cognomi anche dei più discussi e imprevedibili candidati a rappresentare gli interessi del proprio partito senza la sicurezza di non poter essere smentiti. Dicesi autorevolezza. Oggi invece accade che Antonio di Pietro si confermi (per l’ennesima volta) buffo e macchiettistico protagonista della politica nostrana. Ovvia constatazione ricavabile con la semplice ricerca di un cronista. Il leader dell’Italia dei valori ha infatti presentato giorni fa il cosiddetto “setterosa”, le sette candidate alle elezioni europee espressione della (ormai famigerata) società civile, selezionate via curriculum.

Erminia Gatti, Cristina Scaletti, Luisa Capelli, Dringa Milito Pagliara, Elisabetta Rolli, Marianna Anastasia e Lilia Infelice, sono infatti state scelte tra le 800 circa che, rispondendo a un appello che l’ex pm lanciò dalle pagine di Gioia, hanno inviato un curriculum al quartier generale dell’Idv. Insomma, quello che si dice un’operazione meritocratica. «Basta con i soliti riciclati della politica», aveva non a caso tuonato Di Pietro lanciando un appello in un’intervista al mensile Gioia: «Abbiamo bisogno di una nuova classe dirigente, ma la vogliamo che provenga dalla società civile. Nella trappola di rivolgerci a chi già veniva dalla politica non ci caschiamo più». Se non fosse che con la più adolescenziale delle ricerche su Google, si scopre che per ben quattro candidate su sette proprio di riciclo si tratta. Altro che società civile. Nell’ordine: Marianna Anastasia è stata assessore provinciale di Foggia per i Comunisti Italiani nonchè segretaria cittadina del partito di Diliberto. Ha dichiarato in un’intervista: «Non voglio sembrare una irriconoscente : non rinnego la mia cultura politica, ma le strategie del nuovo corso politico del PdCi hanno scarsa possibilità di attecchire. Inoltre, nella scelta delle candidature alle europee, il partito mi è sembrato più attento a salvare a tutti i costi la sua classe dirigente, anche con candidature poco coerenti».

Di seguito Erminia Gatti, “amministrativista” molisana è stata consulente per Di Pietro al ministero dei Lavori Pubblici e spesso da lui inviata a convegni ed incontri istituzionali. Recentemente nominata, in quota IdV, membro del CoreCom (il Comitato Regionale per le Comunicazioni) del Molise.

Ancora. Lilia Infelice è stata la prima responsabile di un movimento politico della galassia dell’Unione prodiana, candidata e poi eletta alle primarie del PD, in odore di seggio alle politiche. Operazione purtroppo fallita, con tanto di lettera di ringraziamento ai suoi sostenitori.

Dringa Milito Pagliara: il Corriere della Sera la definisce amica di Dario Franceschini, in realtà è una sua collaboratrice, lavorando per lo Studio Legale Ferroni e Franceschini (il sito dello studio non è più disponibile, ma digitando il nome della candidata si risale facilmente all’informazione). In più, scrive per Arel, il think tank di Enrico Letta. Ora, non c’è nulla di male nel candidare le signore di cui sopra, persone degnissime e sicuramente capaci di rappresentare al meglio l’Italia in Europa.

Basta smetterla di spacciarsi, ad ogni maledetta elezione, quale integerrimo moralizzatore e innovatore della politica italiana. Amen.