Le classi miste dell’Università “Re Abdullah” spaventano il clero saudita

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Le classi miste dell’Università “Re Abdullah” spaventano il clero saudita

02 Ottobre 2009

"L’università di scienze e tecnologia Re Abdullah", che ha aperto qualche settimana fa, romperà le norme saudite riguardo all’istruzione scientifica ed al genere sessuale. Per la prima volta nella storia dell’Arabia Saudita, uomini che frequentano un’università al nord di Jeddah avranno delle compagne di classe speciali – le donne. In passato, alle donne del regno, che tutti sanno essere molto restrittivo per quanto riguarda il sesso femminile, era permesso solo di studiare separatamente dagli uomini.

L’inaugurazione della KAUST avrà due importanti sviluppi: un "rilassamento", tanto richiesto dalla società, quanto contestato, delle regole inflessibili che caratterizzano la società saudita, ma anche l’aumento delle ambizioni del regno, il suo progetto di diventare un centro dell’istruzione scientifica nel mondo arabo. I leader dell’Arabia Saudita sperano che tutti e due gli obiettivi aiuteranno ad indebolire l’estremismo religioso.

La lussuosa inaugurazione dell’università ha ricevuto le lodi entusiastiche di Arabnews.com: “Mozzafiato, spettacolare e semplicemente incredibile. È così che una gran parte dei quasi 3000 ospiti ha descritto la cerimonia di inaugurazione dell’Università di scienze e tecnologia Re Abdullah costata molti miliardi di dollari. Al party c’erano importanti ospiti sauditi, leader stranieri, premi Nobel, ricercatori, scienziati e giornalisti. Le donne che erano presenti alla cerimonia si sono lasciate prendere dall’atmosfera inebriante di emozione e speranza, e si sono messe spontaneamente a fare un ululato tradizionale, segno di gioia e di bontà”.

Le donne hanno molte ragioni per essere contente, come riporta Al Jazeera: “La nuova università non esigerà che le donne portino il velo, né che si coprano il viso, e potranno socializzare liberamente con gli uomini. Potranno anche guidare, un tabù in un paese dove le donne devono letteralmente sedere sul sedile posteriore mentre gli uomini guidano”.

Le regole attenuate dell’università sembrano far parte di un più generale ammorbidimento della segregazione dei sessi, come ha riportato recentemente il Christian Science Monitor: “Gli agenti della temuta Commissione saudita per la promozione delle virtù e per la prevenzione dei vizi sono i responsabili dell’imposizione di regole riapparse dal profondo passato di questo Paese. Ma ultimamente la situazione si sta “rilassando” ed è anche possibile che un gruppo di stranieri, che includano uomini e donne (e sempre che non siano parenti) possano cenare insieme senza problemi. A Jeddah, agli agenti della Commissione è stato proibito di entrare nei ristoranti per spiare gruppi o coppie disobbedienti, il che creerebbe un’esperienza gastronomica un po’ particolare”.

L’apertura della KAUST è considerato un passo decisivo nella lotta continua con gli elementi estremisti del regno, come nota la Reuters: “Re Abdullah promuove delle riforme da quando è arrivato in carica nel 2005, per creare uno stato moderno, mettersi al riparo dalle critiche dell’Occidente e diminuire la dipendenza dal petrolio. Ma il Re deve affrontare la resistenza del clero conservatore e dei principi sauditi, in un Paese che è uno dei più grandi esportatori di petrolio al mondo. Al Qaeda ha sferrato una campagna contro il regno nel 2003, e incolpa la famiglia reale di essere corrotta e collusa con gli Satai Uniti…Gli ufficiali che sostengono Abdullah temono che, senza le riforme, in futuro giovani saranno attratti dalla militanza fondamentalista.

The Christian Science Monitor

Traduzione  Ashleigh Rose