Le colpe dei figli in eskimo ricadono sui padri in cachemire

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Le colpe dei figli in eskimo ricadono sui padri in cachemire

02 Maggio 2007

Si sta tanto discutendo in questi giorni delle pallottole arrivate via posta al presidente della CEI Mons. Bagnasco, o alle indecenti scritte su vari muri sparsi per la penisola che hanno come oggetto il medesimo presule o addirittura il Santo Padre. Credo che siano delle “non-notizie” e che come suggerisce la CEI stessa, sarebbe molto più saggio passassero sotto totale silenzio. Anche io in età adolescenziale scrissi una minacciosa lettera anonima utilizzando ritagli di giornale, sullo stile di “Totò, Peppino e i fuorilegge”, ad un rivale in amore per rivendicare le esclusive intenzioni sulla donzella in questione; ed un’ altra volta mi macchiai dell’orrendo delitto di scrivere su un muro “boia chi molla” più per emulazione che per reale comprensione di quel che scrivevo. Colpevole di vuoto encefalico adolescenziale, lo ammetto. Ma chi mi conosce davvero sa bene che non farei male ad una mosca e che sono una persona davvero pacata e per nulla estremista. Con questo, voglio dire che gli autori delle minacce a Bagnasco non sono altro che degli stupidi, proprio come lo ero io, in cerca di attenzione da parte di un tg o di un trafiletto su un giornale. Chi davvero in Italia maneggia seriamente armi e stelle a cinque punte, ha dimostrato nel recente passato di essere più sensibile ad obiettivi politici o inerenti al mondo del lavoro, più che a preti o vescovi. E che comunque non ha mai “avvisato” un obiettivo con la bomboletta spray prima di colpirlo davvero. 

L’errore che si commette in Italia è quello di caratterizzare ed identificare l’imponente ondata di anticlericalismo che ci sta travolgendo, solo con le scritte sui muri o con le pallottole via posta, enfatizzandole anziché ignorandole; e tacendo invece sui reali ispiratori di questa recrudescente violenza. E’ la violenza ideologica proveniente dall’alto che poi ispira i poveri idioti che imbrattano i muri senza sapere forse nemmeno il nome di battesimo di Bagnasco o senza aver mai letto una sola riga degli scritti di Ratzinger. E questo “alto” ha un nome ed un cognome: sinistra radicale. Ed è sorprendente come tale violenza venga proprio da coloro che predicano tolleranza, pacifismo, apertura alle culture altrui. 

Grande mossa politica, quella di Emilio Fede che si è presentato al congresso dei Comunisti Italiani a Rimini. Ha dato modo, a quei pochi che hanno potuto leggerlo sui giornali o di vederlo in tv, di mostrare quanto si rispecchino i comunisti nei valori che predicano: Fede è stato minacciato ed insultato come nemmeno sarebbe potuto accadere ad un laziale vestito di biancazzurro in curva sud durante l’ultimo derby di Roma. E solo un imponente cordone di sicurezza, unito alla presenza al suo fianco di Oliviero Diliberto, lo ha fatto rimanere incolume. Che campioni di tolleranza! Ed allo stesso modo, tornando al fulcro del discorso, la sinistra radicale italiana che occupa i banchi  delle camere a Roma e Strasburgo, sta portando avanti una campagna di odio nei confronti delle gerarchie ecclesiali, senza la quale forse avremmo evitato anche le scritte sui muri e le pallottole a mezzo posta. Alla sinistra dà terribilmente fastidio che il famoso “paese reale” sia ben ancorato ai valori richiamati dalla Chiesa, e la riprova si avrà il 12 maggio prossimo. Una Chiesa che non ha alcuna particolare brama di soggiogare le menti altrui come vorrebbero farci credere, ma che ha terribilmente a cuore il nostro futuro, e  per garantire il quale ci chiede di non dimenticare il passato dal quale proveniamo.  

Per cercare quindi di recuperare il terreno che non riescono a erodere alla Chiesa sul campo, non esitano a mettere in atto delle vergognose campagne in stile diffamatorio e che hanno quale comune denominatore la sistematica sovversione della realtà. Chi ha avuto modo di leggere davvero gli scritti di Angelo Bagnasco, Camillo Ruini, Giovanni Paolo II o Benedetto XVI (tutti visibili su “vatican.va” o su “chiesacattolica.it”) sa bene che la Chiesa non è per nulla omofoba, né ha mai in alcun modo parificato l’omosessualità con la pedofilia o l’incesto. Anzi vi è grande rispetto per chiunque si riconosca omosessuale e ad essi è dedicata una particolare attenzione pastorale.

 Invece, come è successo negli scorsi giorni nel vergognoso silenzio di quasi tutti gli organi di informazione, una delegazione di eurodeputati di Rifondazione Comunista (tra cui il redivivo Vittorio Agnoletto: forse, dopo Genova, aveva un po’ nostalgia della ribalta mediatica) ha chiesto al parlamento europeo di Strasburgo l’approvazione di un documento in cui si invitava a “condannare pubblicamente ed a prendere misure contro le dichiarazioni ed i comportamenti di dirigenti pubblici o religiosi  incitanti alla discriminazione ed all’odio sulla base dell’orientamento sessuale”, chiedendo inoltre alle “gerarchie delle rispettive organizzazioni di condannarli”.

 Lo spunto per tale invettiva è stato fornito dallo sprovveduto ministro dell’istruzione polacco Giertyck, il quale nel suo paese aveva recentemente proposto di impedire l’assunzione ad insegnati gay. Ma i veri bersagli, nemmeno troppo velati nelle dichiarazioni rilasciate alle varie agenzie di stampa, erano il presidente CEI Angelo Bagnasco per le (manipolate) dichiarazioni su omosessualità, incesto e pedofilia ed il vescovo belga di Namur il quale aveva semplicemente definito “anormale” l’omosessualità. In questa sinistra comunista si trovano i veri facinorosi. Che anche se indossano giacca e cravatta, e siedono negli scranni di un parlamento, sia esso italiano o europeo, sarebbero i veri responsabili qualora un fatto davvero serio che vada oltre una pallottola imbustata, dovesse accadere a qualche esponente della Chiesa Cattolica. E corresponsabili sono tutti gli organi di informazione così solerti ad indicarci la nuova scritta sul muro ma che hanno inspiegabilmente taciuto questa assurda mozione: richiesta al parlamento europeo dell’ufficialità del bavaglio per la Chiesa Cattolica e contemporanea legittimazione di tutti i codardi esaltati che minacciano in modo anonimo questo o quel vescovo. Testo che fortunatamente è stato fermato in tempo grazie alle resistenze del PPE che ha imposto ed ottenuto una radicale modifica dello stesso, priva dei riferimenti più specifici e volta semplicemente (qualora ce ne fosse ancora bisogno…) alla tutela dei diritti degli omosessuali.

 Infatti, la politica anticattolica che la sinistra radicale sta portando avanti in Italia ed Europa, non solo riempie le menti di pregiudizi nei confronti della Chiesa privi di ogni fondamento, ma non perde occasione di promuovere ogni tipo di comportamento sessualmente differente dalla normale eterosessualità. Ha dichiarato Carlo Casini del PPE: “c’è una tendenza nel parlamento europeo a fare una politica filo-gay sproporzionata alla realtà: non c’è dichiarazione che non paragoni la condizione odierna degli omosessuali a quella dei tempi del nazismo!”

 E anche i gay votano, e questo la sinistra radicale lo sa bene. Meglio quindi continuare ad agitare davanti alla sempre più folta comunità omosessuale lo spettro populista di una Chiesa che li avversa, che li emargina e che li ghettizza come fossero appestati, e recuperare così nuovi consensi elettorali proprio mentre ci si accorge di una Chiesa viva come non mai grazie agli ultimi due pontefici. E inoltre la sinistra radicale è costretta a prendere atto che, nonostante le dichiarazioni d’amore di Diliberto “alla falce, al martello ed alla stella”, la lotta di classe è argomento ormai passato, e molti compagni amano più il cachemire ed il caviale che la tuta da Cipputi e la mortadella. Perciò, senza le proposte, se manca anche un nemico come si campa? Per fortuna dei comunisti, è rimasta la Chiesa.

 Se poi ci scappa qualche scritta sui muri, basta mandare Heidi Giuliani davanti alle telecamere a dire che “son ragazzi”. Ragazzi si, ma figli di padri gravemente irresponsabili. Adulti che non fanno altro che predicare il dialogo, ma che invece desiderano recitare solo monologhi con i quali non si rendono conto di eccitare oltremodo le fantasie rivoluzionarie dei giovani. O forse si rendono conto eccome. E per frustrazione, la “rivoluzione” che a loro non è riuscita qualche decennio fa, vorrebbero fosse portata avanti dai più giovani in un mondo ormai totalmente diverso. Ed essendo spariti tutti i nemici di allora (i “padroni”? Sono molti anche fra i loro amici… lo “Stato”? Lo governano loro stessi…) che migliore nemico ci può essere se non la Chiesa, da sempre veramente dalla parte della non violenza e del rispetto dell’altrui opinione? Bagnasco chiede soltanto di smorzare i toni, ed un semisconosciuto menestrello come Andrea Rivera, in cerca di facili consensi e del famoso “quarto d’ora” wahroliano, aizza la folla del 1° Maggio attaccando con violenza il Vaticano, prendendo persino a pretesto i funerali di Pinochet e Franco! Complimenti, che campioni di dialogo. Ma si sa:chi è senza argomenti non ha altra opzione che lo sbraitare.