Le confessioni molto poco ‘tecniche’ di lady Elsa Monti

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Le confessioni molto poco ‘tecniche’ di lady Elsa Monti

28 Marzo 2012

Il governo tecnico si tinge di (giornalismo) rosa. Il rigorosissimo, compostissimo, discretissimo Mario Monti è finito tra le grinfie di Alfonso Signorini. Incredibile ma vero. A consegnarlo alla stampa tutta paparazzi e gossip è stata nientepopodimenoché la donna che da sempre sta al suo fianco: lady Elsa Monti.

In dodici (ripetiamo, dodici) pagine di intervista fiume al settimanale Chi, la donna del presidente racconta non solo Monti premier ma anche Mario il marito, il padre, l’uomo. E quasi ci sembra di essere sul set di un film già visto, cambia solo la location (che non è più Arcore). “Ci siamo sposati quando io ero ancora molto giovane, 22 anni”.  E cambia il tono, ‘tecnicamente tedesco’: “Tra noi si è creata ben presto una suddivisione di ruoli molto marcata. La ribalta l’aveva lui, la retrovia spettava a me”. Se non ostinatamente algido: “Poi sono arrivati i due figli, ma Mario si è appassionato a loro più tardi. Li ama tantissimo, intendiamoci. Ma finché non c’è stato lo scambio verbale, intellettuale, non è stato un padre così presente. Poi, a mano a mano che crescevano, è tutto cambiato”. Insomma il caro presidente del Consiglio di biberon e libri di favola non ne voleva proprio sapere e preferiva i numeri e la ‘curve di domanda’.

Insomma, l’economia prima di tutto pure nel momento di diventare marito, secondo quanto si legge nella biografia autorizzata dettata a Signorini e firmata Elsa: “Quando Mario, dopo la laurea, ha deciso di andare negli Usa per perfezionarsi all’università di Yale, ho pensato che non ero più disposta ad aspettare, così mi sono decisa a chiedergli di sposarci”. E la signora non manca di far presente quanto sia stata decisiva la sua spinta nel momento più topico della carriera di Mario lo specialista: l’incarico affidatogli dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di risollevare le sorti del Paese agonizzante: “A differenza di quanto era avvenuto in tanti casi precedenti, quando anch’io gli avevo consigliato di non accettare incarichi politici, questa volta non si è neppure posto il problema. Era un compito che gli veniva affidato dal presidente in una situazione difficile. Non si trattava di una scelta. In quel momento era un dovere”.

Per questo lei lo aveva spinto ad accettare: “Hai scritto pagine e pagine su quello che andrebbe fatto in una situazione del genere? Bene, adesso fallo”. E poi, sempre sul mandato da premier, lady Monti rivela, come spesso tocca fare alle first lady: “Mio marito non si è mai candidato a niente, neppure al Rotary. Non fa parte di nessun club, di nessun partito. È sempre stato geloso della propria indipendenza intellettuale. Per questo sono sicura: nel 2013 non si candiderà”.

Ma tra una chiacchiera e un pasticcino, nel salotto di casa Monti non manca neppure un po’ di gossip internazionale: “Tutti si chiedono della familiarità fra mio marito, la Merkel e Sarkozy. Ma a me viene da sorridere: Mario li conosce da vent’anni. Ha conosciuto perfino la precedente moglie di Sarkozy, Cecilià: quando suo marito, da ministro, veniva a Bruxelles per discutere con Mario, spesso lei partecipava alle riunioni, essendo membro del gabinetto del marito. Mario mi diceva che era visibile l’influenza di Cecilià sull’atteggiamento di Sarkozy nelle riunioni”.

Poi una curiosità da retroscena: “Per un’infinità di anni le cravatte le sceglievo io, spesso in aeroporto. Adesso il presidente Berlusconi ha gentilmente fatto omaggio a mio marito di numerose cravatte di Marinella. Lo vede? Tra Berlusconi e Monti, almeno nelle cravatte, la continuità di governo c’è…”. A noi invece pare che loden e tasse a parte, oltre alle cravatte ci sia un altro elemento di continuità: le interviste e le foto compiaciute ai rotocalchi fino a qualche mese fa house-organ della famiglia Berlusconi.