Le donne, il Cavalier, l’arme e i malumori

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Le donne, il Cavalier, l’arme e i malumori

10 Febbraio 2011

Se non ora quando? Siamo in una delle riunioni organizzate presso l’attico Baudi di Selve (della contessa Delfina, per intenderci), zona Parioli, pensatoio in cui le novelle Giovanne d’Arco in calzamaglia (rigorosamente firmata Fendi) e a bordo di fiammanti destrieri (Bmw 150 cavalli), hanno deciso di organizzare una nuova rivoluzione rosa alzando la voce contro la degenerazione della figura femminile.

Al grido di “Siamo donne fiere e orgogliose!”, “siamo gelose della nostra autonomia e non ci lasceremo ‘usare’”, un esercito di angeli del focolare in ballerine e maglioncini di cashmere il prossimo 13 febbraio uscirà di casa per mostrare nuda… la propria faccia – a scanso di equivoci.

Curiosi di capire come le Betty Friedan del 2000 stanno affilando le armi contro quell’Italia maschilista che impedisce loro di essere femmine con la ‘f’ maiuscola, allunghiamo le orecchie e il binocolo.

Sedute in cerchio su un vellutato maxidivano, qualcuna si lamenta del fatto che si sprofondi troppo sopra quei cuscinoni di piuma d’oca. Perbacco, l’abito ‘Nitra’ in pura seta della collezione primaverile Max Mara potrebbe irreparabilmente sgualcirsi.

Bando alle ciance, e in barba alle ritardatarie (la signora Bianca Barberini farà mezz’ora di ritardo, è bloccata con la manicure alla Nardi Day Spa), si apre il dibattito. E’ una delle prime firmatarie dell’ ‘appello salvagonnella’ a intavolare la discussione: “Berlusconi può cadere anche grazie alla dignità delle donne, alla loro presa di coscienza”, tuona Anna Finocchiaro, che alza il tono della voce infastidita dal bisbiglio di Carlotta Luigia degli Ubaldi – intenta a raccontare alla sua vicina delle ultime pregiatissime anticaglie acquistate al quartiere Cukurcuma di Istanbul durante l’ultimo weekend col suo secondo marito ‘chiappedimarmo’ – “Non siamo oggetto di mercato!”.

Quella del 13 “sarà una grande mobilitazione”, interviene la regista Comencini stretta nel suo tailleur minimal Armani. “Sarà una manifestazione plurale e soprattutto senza etichette!”. “Sì, assolutamente”, incalza la Margherita Buy che dopo l’inaspettato accenno deciso torna catalettica sussurrando fra sé e sé: “Oddio, a me le folle mettono ansia”. Stessa cosa pensa l’avvocato Ginevra Serradenari tintinnando nervosamente la fila di bracciali madreperlati: “Perdinci, dovrò darci dentro con Lorazepam!”.

“Bisognerebbe reintrodurre un po’ di respectability all’inglese, in questa porca società” dice scuotendo il capo Lidia Ravera, che i Porci con le ali – il suo bestseller sulla rivoluzione sessuale degli anni ‘70 raccontata da due disinibiti e ben poco ‘cattolici’ liceali – li custodisce come reliquia nella borsa di cuoio.

Ma i discorsi troppo accesi hanno seccato le bocche delle nostre lady di ferro in guanti di raso. Allora, prontamente, la padrona di casa chiama con voce stridula la cameriera filippina Lourdes Flores Navarro, ribattezzata per brevità Flora (fa più fine così). Subito serviti the e pasticcini per le signore. Non manca chi, come la signorina Fiorella Del Duca sbuffa perché gli choux à la crème sono troppo calorici e le costeranno due appuntamenti in più col personal trainer (che non disdegna poi tanto).

Durante il rinfresco pomeridiano ecco arrivare trafelata Concita, con una pila di copie de l’Unità sotto il braccio da distribuire alle presenti perché leggano il suo fresco (soprattutto nei contenuti) editoriale al vetriolo contro mister B.: “La mignottocrazia e il fallocentrismo gerontocratico”. Mentre la De Gregorio declama il suo pezzo alle militanti, una frase della toscanissima contessa Elena Sofia Maffucci la interrompe per un attimo: “Se il marito sa che partecipo all’ennesima manifestazione femminista, eh mi blocca la harta di credito!”.

Non manca l’intervento delle ‘roscia’ Lucrezia Lante della Rovere, “seni al vento” per il gossip estivo, che propone di esporre delle bandiere fuori ogni casa con su scritto “Basta pornocrazia”.

“Queste donne hanno bisogno di dignità, armiamoci e partiamo!”, salta sui velluti pregiati la signora Carolina Gervasi di Villafranca. Sarà il suo unico guizzo durante il summit in casa Baudi delle Selve. Dopo una notte infuocata con Italo Brunelleschi, amico di suo marito del circolo tennis che l’ha fatta riscoprire ragazzina a 58 anni, non ce la fa a reggere le chiacchiere troppo impegnate delle sue ‘camerate’ e cede alla pennichella.

A questo punto the e pasticcini finiscono e il rosario snocciolato dalla filippina per chiedere aiuto a Dio per non impazzire arriva fino al fumoso salotto. Così le paladine puntano su un discorso più costruttivo, organizzare un “13 febbraio” al mese, perché ci si ricordi che le donne sono esseri umani e non meri oggetti sessuali. Quindi fissano almeno una riunione a settimana, a patto che, l’impegno per la causa delle donne sia innaffiato da Veuve Clicquot e si sposi con le soavi tartine di caviale e salmone (servite dalla sempre più stremata Lourdes Flores. Pardon, Flora).