Le Europee promuovono Kurz a pieni voti (nonostante la crisi di governo)

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Le Europee promuovono Kurz a pieni voti (nonostante la crisi di governo)

Le Europee promuovono Kurz a pieni voti (nonostante la crisi di governo)

30 Maggio 2019

Le consultazioni austriache, per il rinnovo dei 18 seggi spettanti a Vienna al parlamento europeo, sono state tra le più seguite. Soprattutto per il clima politico che ne ha fatto da sfondo. Il governo di centrodestra formato da Partito Popolare Austriaco (ÖVP) e dal Partito della Libertà Austriaco (FPÖ) è appena caduto. Tutto è iniziato con un video, risalente al 2017, ma reso noto a pochi giorni dalle consultazioni, nel quale si vede il vicecancelliere (nonchè leader del FPÖ) Heinz-Christian Strache mentre discute, in una villa ad Ibiza con la miliardaria russa Alija Makarowa di appalti e di finanziamenti al proprio partito. Un vero e proprio scandalo che ha portato ad una vera e propria crisi di governo. Che ha costretto Strache a dimettersi dalla carica di vicesegretario e poi a dimettersi dalla leadership del suo partito. Dal momento che il Presidente della Repubblica Federale Austriaca Alexander Van Der Bellen, su richiesta del cancelliere Sebastian Kurz, ha sciolto le camere e convocato elezioni anticipate, questa tornata elettorale è stata particolarmente sentita non solo dagli attori in gioco che l’hanno vissuta come un test pre elettorale ma anche dagli stessi elettori che hanno partecipato con un’affluenza pari al 55%, un netto miglioramento rispetto al 45% delle consultazioni del 2014.

Se, appunto, si analizzano queste consultazioni come un pre-test in vista delle parlamentari anticipate, possiamo già dire che Sebastian Kurz è promosso a pieni voti. Il suo ÖVP si conferma, infatti, come prima forza del paese con il 34,9% dei consensi, ossia un +7,9% rispetto al 2014, che porta i popolari ad incassare ben 7 seggi, 2 in più rispetto alla scorsa tornata. Non bisogna trascurare il fatto che in una città importante come Salisburgo, il ÖVP sia poi esploso ottenendo il 43,09% dei consensi, ben 10,85 punti percentuali in più rispetto al 2014. E questo per Kurz è un vantaggio enorme. Senza contare che la sfiducia del Parlamento nei confronti del suo governo, altamente prevedibile, gli consentirà di mettere subito alla prova questo risultato. Un calo, seppur leggerissimo dal momento che si parla dello 0,7%, è stato subito dal Partito Socialdemocratico d’Austria (SPÖ) che ottiene il 23,4% dei consensi, attestandosi come seconda forza e mantenendo intatti i suoi 5 seggi al Parlamento europeo.

Non solo, a Vienna i socialdemocratici incassano il 30,31% dei consensi, aumentando di 2 punti percentuali rispetto al 2014 e staccando i popolari di 8,92 punti. Il grande sconfitto di queste consultazioni è, ovviamente, il FPÖ che paga sulla propria pelle lo scandalo “Ibiza gate”, retrocedendo a terza forza con il 17,2 % dei consensi (2,5 punti in meno rispetto al 2014) e ottenendo 3 seggi, uno in meno rispetto alle scorse consultazioni. Nonostante la sconfitta sia stanto meno clamorosa di quanto ci si potesse aspettare, i populisti austriaci che con il loro nuovo leader, il braccio destro di Strache Norbert Hofer, dovranno lavorare per riorganizzarsi in vista delle imminenti politiche. Non sfondano nemmeno i Verdi (Die Grünen), a differenza dei confinanti cugini tedeschi che invece si sono attestati come seconda forza. Ottengono il 14% dei consensi, anche se il calo è solamente di 0,5 punti, devono accontentarsi del quarto posto e perdono un seggio al Parlamento europeo passando da 3 a 2 seggi.

I liberali di NEOS, d’altro canto, ottengono un risultato tutto sommato buono. Ottengono l’8,7% dei consensi, un miglioramento seppur timido di 0,56 punti rispetto al 2014, che consente di preservare il loro unico seggio a Bruxelles. Alla luce di questi risultati, come già detto, è probabile la vittoria di Kurz alle prossime elezioni parlamentari. Ma due domande, certamente, animeranno le analisi delle principali testate. Si riproporrà l’alleanza di governo con il FPÖ? Kurz ha certamente costruito una fortuna elettorale rompendo la grande coalizione con i socialisti e spostando a destra il suo partito, ma le tensioni con la destra populista precedono la pubblicazione dello scandalo “Ibiza gate”. La alleanza tra i due partiti, seppur sia la più compatibile con la sensibilità di Kurz, non è da dare per scontata. Seconda domanda, se non sarà il FPÖ chi saranno i partner di governo dei popolari? Quel che è certo è che il giovane cancelliere avrà una grossa responsabilità: mantenere i propri consensi e la propria popolarità, questa prova passerà anche dalla scelta del partner di governo.