Le geometrie variabili di Nichi Vendola

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Le geometrie variabili di Nichi Vendola

22 Novembre 2011

Probabilmente finirà con il Professore che – obtorto collo – imporrà le riforme che "bisogna fare" all’arco ricostituente di colpo collaborativo: tagli alla politica, pensioni, mercato del lavoro, ici, eventuale patrimoniale. Le cose andranno a posto, Bruxelles, Draghi e Berlino avranno il loro contentino, e il governo giungerà indenne alla fine della legislatura. Il Cav. si limiterà a fare il "padre nobile" del Pdl e il Pd si trasformerà in una vera forza liberale.

Ma proviamo ad immaginare un altro scenario che prende l’abbrivio dalle dichiarazioni di Nichi Vendola l’altra sera nel salotto di Fazio: "Quando i miei alleati, sulla base di un richiamo del Quirinale, mi dicono che c’è bisogno di un governo di emergenza, io dico va bene". Nichi si tura apparentemente il naso ma sa che nel nuovo esecutivo c’è "un’ombra che danza", quella del suo rivale più infido, il banchiere Corrado Passera.

Sappiamo pure in che genere di rapporti sia Vendola con la Tecnica e di conseguenza con la tecnocrazia. Nei giorni scorsi rifletteva: "M’inquieta l’evocazione della Tecnica come medicina necessaria per curare i dolori del Paese. C’è il rischio di un suicidio della politica. E un clima di intimidazione che colpisce chiunque osi mettere paletti…". Vendola ha un vantaggio competitivo rispetto alle altre forze politiche che hanno sottoscritto il patto di salvataggio, può mobilitare i suoi, come probabilmente farà la Lega Nord, raccogliendo consenso tra gli arrabbiati e i delusi dell’euro.

Se i popoli dei Paesi dell’Europa Meridionale, i greci, gli italiani, presto gli spagnoli, dovessero reagire all’austerity voluta dalla Merkel (come ha fatto Nigel Farage insultando gli eurocrati in grande spolvero: "siete delle iene", "come vi permettete di sostituire governi democraticamente eletti come avete fatto in Italia cacciando Berlusconi…"), con un Pd tracimante voti a sinistra e con la CGIL sul piede di guerra, il salto di Nichi verso le Primarie non sarebbe più solo un miraggio.

Nella sciarada del bipolarismo italiano, il governatore rosso nostalgico del "Mattarellum" può sperare di trovare sponde nella parte opposta dello spettro politico, in quegli ambienti del PdL che oggi abbozzano davanti alle richieste di Monti ma non hanno digerito il "ribaltone".

E’ ancora presto per sapere se il governo del Professore riuscirà o fallirà, per adesso il giudizio degli italiani è di gran lunga favorevole ai "tecnici", Passera compreso, che sopravanza Nichi nei sondaggi. Ma forse è meglio una sinistra che esprima un vero candidato popolare, un avversario senza se e senza ma, un "politico" a tutto tondo come Vendola, che il ritorno dei democristiani sotto mentite (euro)spoglie.