Le grandi passioni che davano la scossa ad Alessandro Volta
15 Marzo 2009
Bon vivant da salotto per la prima metà della sua vita, Alessandro Volta nel mezzo del cammin della medesima, fu travolto da una passione sconvolgente per la cantante Marianna Paris. L’obiettivo matrimoniale diventa per l’ex scapolone Volta un’ossessione in piena regola. Ma, benché la Paris avesse fama di virtuosa non soltanto nel bel canto, la sua professione era in sostanza considerata una variante di quella di cortigiana. Un rapporto, dunque, impossibile da regolarizzare davanti all’altare. Specie per un figlio cadetto di ottima famiglia ma di piccolo patrimonio (famiglia oltretutto zeppa di religiosi e capitanata dal fratello Luigi che aspirava alle porpore vescovili). E specie per un professore dell’Ateneo pavese, cui era richiesta immacolatezza, in quanto guida – anche morale – per gli studenti. L’appassionante vicenda voltiana, in cui si intrecciano la fortunata passione scientifica e la sfortunata passione amorosa sfogata nelle disperate missive dell’inventore delle pila, è raccontata nel bellissimo libro “Il professore e la cantante” (Bollati Boringhieri, pagine 154, euro 15), scritto da Paolo Mazzarello, docente di Storia della medicina all’Università di Pavia.
Professore, il suo libro è una biografia molto documentata, quindi un libro “scientifico”; eppure, per molti versi, ha l’aspetto di un romanzo epistolare.
Nei miei libri io ho sempre cercato di far attenzione all’aspetto storico-documentario, al “dato”, senza inventare nulla, però rivestendolo di una forma narrativa. Perché, in fondo, il sapere che è una storia vera la rende ancora più accattivante. Cerco di utilizzare una veste narrativa per un lavoro scientifico, in modo che possa essere un’esplorazione di tipo conoscitivo, però nello stesso tempo anche una creazione di tipo narrativo.
Nei primi capitoli lei tratteggia un secondo Settecento in cui furoreggia la scienza da salotto.
Sì, una scienza mondana. In effetti, soprattutto l’elettricità assume questo aspetto. Un po’ per il suo mistero, un po’ perché si prestava bene a creare meraviglia. Non soltanto in Francia, ma anche in area lombarda, si sviluppa una società della conversazione, in cui ci si trova nei salotti e si parla soprattutto delle ultime novità scientifiche. La scienza entra nei salotti per le novità che porta. E si presta a fornire delle dimostrazioni pratiche, degli esperimenti che vivacizzavano le serate.
E specie l’elettricità aveva quel pizzicore che…
Ad esempio, c’era il caso della “Venus electrificata”: si caricava di elettricità una donna, isolandola a una certa altezza dal terreno e quando questa avvicinava le labbra al fortunato prescelto si verificava una scossa. Insomma, c’era questo aspetto sfumatamente erotico. Esistono anche delle novelle e dei poemetti erotici in cui ha un ruolo l’elettricità, con tutti i sottintesi e le ambiguità del caso.
Almeno nella prima parte della sua vita, anche Volta sembra essere un perfetto animale da salotto. Poi, però, le sue passioni diventano totalizzanti e per nulla “leggere”.
E’ l’imprevedibilità dell’animo umano. Volta era un personaggio che aveva sempre dominato perfettamente la sua affettività. Scrive di temere il matrimonio perché conosce la natura incostante del carattere umano. E teneva a debita distanza tutte le nobildonne che lo avevano preso di mira con proposte di matrimonio. Era un po’ un farfallone e si intendeva molto di donne. Il suo amico Lichtenberg scrive che Volta è “un vero cuscinetto a strofinamento per le signore” e che “s’intende molto di elettricità delle ragazze”. La cosa singolare è che un uomo così si innamori pazzamente e voglia sposarsi a tutti i costi della persona, per la società dell’epoca, più sbagliata: una cantante.
L’intreccio di amore e scienza?
Nella biografia di Volta c’è una profonda connessione tra il momento di massima devastazione affettiva, quando nel suo desiderio di sposarsi si trova contro tutti, e il momento in cui arriva l’estratto di Galvani, in cui viene annunciata la scoperta di questa fantomatica nuova forza presente negli organismi viventi, cioè l’elettricità animale. A quel punto, Volta, che è distrutto, sposta la sua ossessione dalla cantante alla ricerca scientifica.
Amore e scienza sono due passioni totalizzanti e in qualche modo alternative.
Proprio così. E da quella nuova ossessione, che ha la capacità di “spostare” la precedente, nascerà poi la pila, lo strumento che ha più cambiato il mondo nell’Ottocento. Quello che mi interessa nei miei libri è far emergere le passioni nella scienza.
Le straordinarie lettere in cui Volta racconta la sua passione per la cantante, sono quasi delle sedute di autopsicanalisi. E rivelano anch’esse una sorta di approccio scientifico nella continua dissezione attentissima dei suoi moti amorosi.
Sì, a un certo punto scrive addirittura che cerca di fare “esperimento su se stesso”, cioè di provare con altre donne per vedere se gli passa la passione per la cantante. Ma non ci riesce. Anche in questo, ha un approccio scientifico. Descrivendo con precisione i moti dell’animo, con un’attenzione quasi misurativa. E infatti, nelle sue lettere, i moti d’animo sono intesi quasi come forze.