Le mani del Governo sulla immigrazione
06 Luglio 2016
Dice Matteo Renzi che recuperare i poveri resti degli immigrati affogati nella stiva del barcone affondato lo scorso anno al largo delle coste libiche è indice dei “valori” che “l’Europa ha nel suo dna e non può sopprimere”. A parte che non si capisce perché francesi o tedeschi lascino agli italiani questo compito, per adesso l’unico dna disponibile è quello delle vittime, visto che solo grazie al codice genetico si spera di risalire alla identità di qualcuno degli sventurati.
Lo spiega bene l’ispettore dei vigili del fuoco impegnati nelle operazioni di recupero, con un racconto raccapricciante. Nella stiva della nave c’è una fossa comune, “tanti, tantissimi corpi. Bambini, masse informi, donne che abbiamo potuto riconoscere solo grazie ai collant che indossavano”. “Non possiamo parlare di un recupero dei corpi”, aggiunge l’ispettore, “perché in realtà non sono più corpi ma resti intrecciati fra di loro”, un orrore che ha colpito psicologicamente questi servitori dello Stato, che hanno anni di esperienza alle spalle.
Ma allora qual è lo scopo della missione? Grazie al senatore Carlo Giovanardi veniamo a sapere che i costi della operazione ammontano a “10 milioni di euro”, per identificare persone che probabilmente resteranno senza nome per sempre. Non si tratta solo di creare false aspettative nelle famiglie delle vittime, che hanno già preso a scrivere alle nostre autorità da mezzo mondo. Si tratta soprattutto di capire perché stiamo spendendo questi soldi, mentre a quanto pare, avverte sempre Giovanardi, in Sicilia la Capitaneria di Porto “pare abbia giustificato la sospensione delle ricerche” di Giovanni Costanzo, comandante di un peschereccio naufragato a Porto Palo, “per mancanza di fondi”.
Se mancano i fondi come mai ne spuntano così tanti per la missione di recupero? Quali sono le finalità dello stanziamento? Cui prodest? Questo è il governo che dall’inizio del 2016 ha fatto entrare in Italia e ospita nei vari centri più di centomila persone. E’ il governo che, lecitamente, fa affari con il signor Paolo Di Donato, imprenditore dell’accoglienza con fatturato milionario, il quale, tempo addietro, fu immortalato alla guida di una Ferrari rossa fiammante. E’ il governo che nel Mezzogiorno sta costruendo un nuovo “welfare” – chiamiamolo welfare – sulla pelle degli immigrati.
Insomma, dal mega stanziamento per il recupero delle vittime nel barcone affondato all’accoglienza targata Di Donato, forse Renzi dovrebbe rivedere un attimo la sua gerarchia dei “valori”.