Le misure che aiuteranno le famiglie

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Le misure che aiuteranno le famiglie

06 Novembre 2008

 

Le politiche fiscali possono anche aiutare il contribuente in condizioni di crisi come quella che stiamo attraversando. Le misure allo studio del Governo sono tante. Elenchiamone di seguito alcune.

Per le prestazioni di lavoro rese dal primo luglio è già stata prevista la detassazione delle parti variabili del salario (straordinari e premi di produzione). La detassazione degli straordinari e dei premi legati alla produttività, fino ad un tetto massimo di tremila euro lordi, riguardava però soltanto i lavoratori dipendenti del settore privato che nel 2007 avevano dichiarato un reddito lordo non superiore ai trentamila euro.

La misura, in un primo momento, è stata prevista, in via sperimentale, per un periodo di sei mesi, dal primo luglio fino al 31 dicembre 2008.

Durante tale periodo le somme erogate per prestazioni di lavoro straordinario e tutte le parti variabili del salario erogate a livello aziendale in relazione ad incrementi di produttività, innovazione ed efficienza organizzativa, fino, come detto, ad un tetto massimo di tremila euro lordi, vengono dunque assoggettate ad un’imposta sostitutiva, con aliquota fissa del 10 per cento, contro l’aliquota ordinaria, dal 23% al 43% a seconda dello scaglione di reddito.

La detassazione si applica inoltre anche per le prestazioni di lavoro supplementari, rese in funzione di clausole elastiche, ovvero per prestazioni effettuate nel periodo luglio-dicembre con esclusivo riferimento a contratti di lavoro a tempo parziale stipulati prima dell’entrata in vigore del provvedimento (in sostanza per il lavoro supplementare part time).

Lo “sconto” viene riconosciuto direttamente dal sostituto di imposta (datore di lavoro).

Per fare un esempio concreto, un dipendente con un reddito di 30.000 Euro, con straordinari per 3.000 Euro, paga così circa 700 Euro di tasse in meno. Questo già da luglio.

Tale periodo sperimentale, che, come detto, doveva terminare al 31 dicembre, dovrebbe però ora essere prorogato e diventare anzi strutturale. La detassazione, inoltre, dovrebbe essere estesa anche ai lavoratori pubblici.

Il condizionale è comunque in questi casi sempre d’obbligo, visto che la fattibilità o meno dell’operazione dipende dalla possibilità di superare vincoli contabili e di bilancio (anche comunitari) particolarmente stretti.

Per gli stessi motivi un’altra misura già proposta da ampi settori della maggioranza e già prevista comunque all’interno del programma della PDL (nonostante i recenti tentativi del centro sinistra di appropriarsene, con violazione quindi del “diritto d’autore”), la detassazione delle tredicesime.

L’applicazione di una misura del genere su tutte le tredicesime costerebbe però qualcosa come 9 miliardi di Euro e in un periodo di crisi come quello attuale risulta quindi difficilmente attuabile.

Potrebbe allora, al limite, avvenire in misura solo parziale e limitata magari alle tredicesime dei lavoratori rientranti nelle fasce di reddito medio-basso, quali, per esempio, i pensionati; ma anche in questo caso il costo dell’operazione sarebbe notevole, aggirandosi comunque intorno ai 4 miliardi di Euro.

Per aiutare le famiglie, oltre all’introduzione del quoziente familiare (di cui abbiamo già parlato in precedenti articoli) una misura allo studio, di sicuro impatto, potrebbe essere quella di un aumento della percentuale di detraibilità degli interessi passivi pagati sul mutuo per l’acquisto della prima casa, oggi prevista nella misura del 19%, o comunque quella dell’aumento dell’importo massimo su cui calcolare la detrazione, oggi fermo a quattromila Euro.

Ma il sostegno tributario, per limitare gli effetti della crisi finanziaria e non farla sfociare in crisi dell’economia reale, non può essere limitato alle sole famiglie, ma deve riguardare anche le imprese.

Le misure allo studio (recentemente riproposte anche dall’Associazione della piccola industria), in questo caso, riguardano in particolare la deducibilità delle spese di rappresentanza, la detassazione degli utili che restano in azienda sotto forma di riserva o aumento di capitale, l’aumento della soglia di deducibilità degli interessi passivi, la possibilità di rivalutazione, ad aliquota agevolata (2%), degli immobili strumentali.

Tutte misure importanti per un settore quale quello delle piccole e medie imprese, settore fondamentale (quantitativamente e qualitativamente) nell’ambito del contesto socio-economico nazionale.

Infine dovrebbero essere rivisti anche i parametri degli studi di settore, i quali, visto il rapido mutamento del contesto socio-economico di riferimento e la praticamente certa contrazione dei ricavi rispetto alle stime originarie, rischiano di portare ormai a risultati non corretti, o comunque falsati e quindi ad accertamenti fiscali, con doppio danno per gli stessi soggetti coinvolti.