Le Pen non è Trump (ma la sinistra fa di tutta l’erba un fascio)
12 Febbraio 2017
Ma come, prima Marine Le Pen cerca di rinnovare la destra francese, fa di tutto per staccarsi dalla ingombrante eredità paterna, per smarcarsi dal babbo Jean Marie che una volta definì “un dettaglio della Storia” le camere a gas (finendo espulso dal suo stesso partito); prima Marine ci prova a non cadere nei vecchi pregiudizi, ma poi scivola malamente, com’è successo nei giorni scorsi, quando ha annunciato che se dovesse conquistare l’Eliseo gli ebrei israeliani (e non solo) non godranno più della doppia cittadinanza in Francia. Un’uscita che, francamente, l’avrete capito, non ci è piaciuta.
Per questo si può dire che Marine Le Pen non è Donald Trump. Trump è un fenomeno nuovo, una botta di libertà che ha scompaginato poteri fin troppo consolidati, a tutti i livelli, politico, mediatico, sociale, Marine invece è una donna, senza dubbio competente, ma che ha respirato una certa politica da quando era in fasce, destino che adesso tocca alla nipote Marion. Nonostante questa tradizione familiare, e forse proprio per certe infelici uscite come quella sulla doppia cittadinanza, il Fronte Nazionale però non è mai riuscito a superare il 25 per cento, non è mai diventato maggioritario in Francia. Negli Usa, al contrario, le forze alternative (anche all’establishment repubblicano) che compongono l’universo trumpista, in poco tempo hanno provocato uno smottamento nella placca bipolare più solida al mondo.
Il “prima viene la Francia” della Le Pen, del resto, non è la stessa cosa di America First, lo slogan che ha consacrato Trump presidente, e il nazionalismo francese ha da farsi perdonare qualcosa in più, e limitiamoci all’orgoglio spesso sprezzante, della destra conservatrice americana. Ma se Marine e il Don non sono la stessa cosa questo dimostra anche un’altra cosa, che la sinistra dovrebbe smetterla una buona volta di mischiare mele e pere: non tutti i “populismi”, come li chiamano, sono uguali o hanno le stesse radici o gli stessi obiettivi e scopi politici. Un tema, questo, che interroga anche Matteo Salvini quando il leader della Lega sposa il lepenismo stile Coblenza.
L’antieuropeismo di Nigel Farage non è lo stesso della Le Pen. Brexit non è Le Pen, Grillo non è Le Pen, e che si continui a fare di tutta l’erba un fascio serve solo ai teorici del nuovo grande dittatore per alimentare la protesta in piazza, in tv o sui giornali, contro Trump. Una vittoria, quella del Don, così travolgente e forse ancora così poco capita che si pensa di replicarla come se niente fosse altrove.