Le polemiche su Roma 2020 sono figlie del federalismo

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Le polemiche su Roma 2020 sono figlie del federalismo

Le polemiche su Roma 2020 sono figlie del federalismo

20 Maggio 2010

Il 2020 da ieri è più vicino. Almeno per Roma. La capitale è stata scelta – a scapito di Venezia – dalla Commissione di valutazione del Coni per rappresentare l’Italia come sede in cui disputare le Olimpiadi. La scelta a dir la verità era nell’aria già da tempo ma non sono mancate le polemiche soprattutto da parte di chi avrebbe voluto un esito diverso.

Nella votazione finale Roma ha ottenuto 68 voti su 70 presenti, con un astenuto e un unico voto dato a Venezia da parte del senatore leghista Giuseppe Leoni. La commissione ha attribuito a Roma un punteggio di 32,3 su 35, mentre Venezia è arrivata solamente a 20,1. In pratica, se i voti fossero stati assegnati su base 10, come a scuola, la Capitale avrebbe ottenuto 9,2 mentre Venezia 5,7, appena sotto la sufficienza. Scendendo nel dettaglio, in nessuno degli 11 punti oggetto della valutazione Venezia ha superato Roma, le 2 città sono state giudicate pari solo sul supporto del Governo e su quello dell’opinione pubblica (punti 2) e sull’impatto dei Giochi in cui hanno preso 1,8.

Una scelta dettata da parametri oggettivi indicati dal Cio (Comitato Olimpico Internazionale) e a cui dovranno sottostare pure le candidate degli altri continenti che dovranno scontrarsi con Roma. Sembra più che naturale, perciò, favorire la città più competitiva sullo scenario mondiale, con la speranza che possa avere più chances di giungere alla vittoria finale. La scelta ha invece scatenato decine di reazioni.

Da una parte Comune di Roma, Provincia e Regione Lazio hanno fatto quadrato difendendo la candidatura della capitale Dall’altro il sindaco di Venezia Orsoni, il governatore della Regione Veneto Luca Zaia e il leader del Carroccio Umberto Bossi hanno parlato di scelta discutibile. Al di là delle molte parole spese resta l’immagine di una visione campanilistica molto accentuata, soprattutto per quanta riguarda gli sconfitti. “Ha ragione chi dice in queste ore che il risultato delle votazioni del Coni di stamane penalizza il popolo veneto e tutto il Nord” ha rilevato Zaia, ponendo di fatto la questione in termini di “continua penalizzazione del Nord”.

Dello stesso avviso Bossi, che ha esortato il suo governatore a “trattare con il sindaco di Roma per vedere se Venezia può ottenere almeno i giochi acquatici”. Immediata la risposta di Alemanno che ha chiarito come “Venezia vada valorizzata ma non con i giochi acquatici che non si possono scorporare dalla sede olimpica, ma con un grande evento internazionale come l’America’s Cup”. D’accordo la Polverini, che dopo aver rivendicato uno “straordinario risultato” ha ricordato come “da oggi siamo tutti al lavoro”. Nulla di strano in un botta e risposta dettato probabilmente dalla delusione del momento, ma la vicenda non nasce nelle ultime ore.

La battaglia verbale scoppiata ieri va inquadrata in un contesto più ampio in cui far entrare anche altri sport, come la Formula 1. Sul finire dello scorso anno infatti si iniziò a delineare un probabile gp di Roma da disputare non prima del 2013. Decisione mal digerita soprattutto dai Lombardi, cui è sembrato si volesse privare tutta la comunità dello storico Gran premio di Monza. A nulla sono valse le rassicurazioni sull’eventuale affiancamento di Roma a Monza e non sulla sostituzione tra i due eventi. D’altra parte dalla Capitale ricordano spesso (lo hanno fatto anche 24 ore fa) che Milano ospiterà nel 2015 l’expo, altro grandissimo evento in grado di richiamare investimenti, capitali e visitatori da tutto il globo. La dicitura “Roma ladrona”, che ieri è tornata a farsi sentire nei palazzi che contano ha un sapore antico, sbiadito dal tempo. Sarebbe meglio pensare ad altro, magari alle infrastrutture necessarie a gestire al meglio un’olimpiade.

Per sdrammatizzare un po’ e rincuorare comunque tutti che si sia trattato solo di una scelta logica arrivano pure i bookie. Gli scommettitori già ad a ottobre offrivano la capitale come città prescelta su Venezia in una forbice compresa tra 1,20 e 1,60. Sulla “Serenissima” le proposte erano invece comprese tra 3,50 e 3,75. Da oggi in poi invece scommesse aperte sul continente che ospiterà i Giochi. Qui il giudizio dei bookie premia l’Asia, data a 1,85, con l’Europa subito dietro a 2,50. Ravvicinate le offerte per Nord America e Africa, rispettivamente a 5,00 e 8,00, mentre l’Australia pagherebbe 20,00. Ma vediamo in concreto cosa prevedono i progetti romani.

Se Roma dovesse realmente ospitare i giochi del 2020 le strutture si dividerebbero in 2 grandi poli – nord e sud -, più l’area di Tor Vergata da costruire. Dal dossier capitolino emergono alcune curiosità. Tutta la manifestazione verrebbe compresa in un’ellisse il cui semiasse maggiore è di 12,5 km con tempi di percorrenza medi dal villaggio olimpico ai campi gara di 14 minuti e I Giochi sarebbero dislocati su 42 impianti, di cui 33 già esistenti. Il budget della candidatura è di 42 milioni di euro, mentre quello operativo per i Giochi di 1.9 miliardi. Le cerimonie d’inaugurazione e chiusura si svolgerebbero allo Stadio Olimpico, mentre le stanze per ospitare atleti e delegazioni ammonterebbero a un totale di 113.674. Infine le date: se tutto andrà nel verso giusto dal 24 luglio al 9 agosto 2020 (dal 19 al 30 agosto per le paralimpiadi) Roma verrà invasa dallo spirito olimpico.

Passato il momento dei litigi e delle esternazioni rimane infine da progettare un domani ancora lontano. Il concetto veramente importante è che si tratti di un progetto unitario. Per usare le parole di Mario Pescante, membro del Cio della giunta del Coni “solo con il consenso di tutti – un consenso politico, sportivo, del mondo dell’imprenditoria – si potrà avere la forza per portare avanti una battaglia italiana difficile ma non impossibile”. Nient’altro da dire, e molto da fare.