Le pressioni franco-tedesche sull’EBA danno ragione a David Cameron

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Le pressioni franco-tedesche sull’EBA danno ragione a David Cameron

28 Gennaio 2012

Quando l’European Banking Authority (EBA) ha pubblicato i risultati dei suoi stress-test, questi sono  stati criticati da più parti in Italia per la loro mancanza di equilibrio (cioè un’eccessiva penalizzazzione delle banche italiane rispetto agli altri gruppi bancari europei), anche qui, con molta umiltà, ne avevamo scritto il 14 Gennaio. 

La risposta che ne era seguita sulla grande stampa italiana era che le banche francesi e tedesche erano effettivamente più solide di quelle italiane e che la normativa Europea sarebbe stata rigorosa ed equanime, e soprattutto avrebbe sfavorito la City, ritenuta la vera responsabile della crisi in cui ci troviamo. Anche qui la pensiamo diversamente, ma è un discorso che abbiamo gia’ affrontato.

Le banche nei grandi paesi europei si sono sviluppate in maniere molto differenti per un mix di ragioni storiche e sociali. Volendo semplificare le banche Italiane utilizzano gli strumenti di debito pubblico piu’ delle altre (riflettendo sia una dimensione maggiore del nostro stock di debito che una maggiore percentuale di investitori domestici nel nostro debito), le banche francesi sono più esposte al settore assicurativo (essendo azioniste delle maggiori compagnie di assicurazioni) e quelle Tedesche sono più indebitate (cioè hanno un mix di attivi che le permette di avere piu’ leva a parita’ di capitale).

Queste differenze sono strutturali e qualsiasi regolamentazione internazionale per sua natura non può trattare tutti allo stesso modo (sia che si tratti di una regolamentazione internazionale come Basilea 3 o che di una normativa comunitaria). Ne consegue che ogni volta che viene discussa una di queste normative si assiste a pressioni non dissimili da quelle viste nelle negoziazioni delle nostre Finanziarie, il buon vecchio assalto alla diligenza di democristiana memoria. Ognuno tira acqua al suo mulino e le pressioni, politiche e non, sono molto forti.

L’obiettivo della nuova regolamentazione (Basilea 3 e qualsiasi altra normativa comunitaria) e’ di rinforzare la base di capitale delle Banche, prevenire gli eccessi che hanno causato la scorsa crisi ed evitare una stretta creditizia. Trovare un equilibrio non e’ facile ma la leadership comunitaria (politica e tecnocratica) ci racconta che la quadra sara’ trovata e gli eccessi, tutti non Europei per carita’, verranno controllati.

Bene, il risultato ad oggi è abbastanza contraddittorio. Le soluzioni proposte non hanno allentato la stretta creditizia (anzi le banche paradossalmente non sono mai state cosi’ liquide ma hanno grossi disincentivi a prestare soldi alla clientela vista la pressione sul capitale) e le regole penalizzano in maniera grossolana i detentori di debito pubblico (non tenendo conto della scadenza del debito e della dislocazione dei valori di mercato).

Ora, nonostante il fatto che le banche francesi e tedesche non siano state sfavorite, i ministri dell’economia tedesco e francese stanno creando una grossa pressione politica per favorire le banche che sono proprietarie di gruppi assicurativi (le francesi, come se non fosse un ostacolo alla concorrenza e attivita’ rischiosa per la banca stessa) e rinviare ogni obbligo di trasparenza sul proprio livello di leva (evitando di dover ammettere al mercato che le banche tedesche hanno difficoltà a ridurre la propria leva).

L’impressione è che l’obiettivo sia cambiato e invece d’effettuare una operazione di trasparenza e pulizia, si stia cercando di mantenere lo status quo e di nascondere la testa sotto la sabbia, convinti di avere sempre ragione, anche quando l’evidenza suggerisce il contrario.

La vulgata aveva anche suggerito che le riforme europee sarebbero state piu’ incisive se fatte su scala europea, ma non è affatto vero. Le riforme inglesi e svizzere sono molto piu’ dure, nonostante in questi paesi il peso economico del settore finanziario sia molto piu’ alto.

Non troppo sorprendentemente, in quella notte a Bruxelles tra l’8 ed il 9 Dicembre un politico ha mentito spudoratamente sul fatto che volesse fare riforme strutturali nel settore bancario, e non era David Cameron, la cui posizione, mal spiegata e mal gestita, su questo punto si e’ rivelata coerente e corretta.


[1] https://www.loccidentale.it/node/112767

[2] Nicolas Sarkozy aveva accusato Cameron di non voler firmare il Fiscal Compact a causa delle riforme che avrebbe imposto alla City, bene le riforme che il Governo Cameron sta attuando saranno molto piu’ incisive e rapide di quelle suggerite dall’EBA, nella migliore tradizione inglese e comunitaria.